18 novembre 1981 Cosenza. Assassinato Santo Nigro, commerciante, vittima del racket delle estorsioni.

L’imprenditore Santo Nigro, 47 anni, fu assassinato in un suo negozio di Cosenza, come monito agli altri commercianti, perché si rifiutava di pagare il pizzo. Così i clan nel pomeriggio del 18 novembre dell’81 lo hanno punito: una scarica di colpi di pistola di fronte agli occhi del figlio Silvio, ferito ad una gamba e lasciato a vedere il padre agonizzare. Silvio Nigro è un’altra vittima; a causa del trauma, dovette essere ricoverato presso una casa di cura per igiene mentale dove morì sei anni dopo l’omicidio del padre.
Dopo 40 anni arrestati due uomini, del clan Perna-Prano, figure storiche di rilevo della criminalità organizzata cosentina.

 

 

 

 

Fonte: robigreco.wordpress.com
Imprenditore vittima della ‘ndrangheta nel 1981, le indagini di Gratteri portano a due arresti
di: catanzaroinforma.it
Articolo del 6 marzo 2020
Santo Nigro venne ucciso, e suo figlio ferito a una gamba, la sera del 18 novembre 1981 all’interno di un negozio di sua proprietà. Arrestati Mario Pranno e Francesco Cicero, ‘ndranghetisti del clan Perna-Panno

A quasi 40 anni di distanza dall’assassinio di un imprenditore a Cosenza gli uomini della Sezione Operativa DIA di Catanzaro, coordinati dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, hanno arrestato – in esecuzione di un’ordinanza del gip – due persone, Mario Pranno, di 64 anni, e Francesco Cicero,di 59, ritenute gravemente indiziate di concorso in quell’omicidio e “figure storiche di rilievo della criminalità organizzata cosentina”.

L’imprenditore Santo Nigro venne ucciso, e suo figlio ferito a una gamba, la sera del 18 novembre 1981 all’interno di un negozio di sua proprietà. Secondo le indagini del Procuratore capo della Dda Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla e del sostituto Vito Valerio, l’omicidio fu deciso dai vertici del clan Perna-Pranno, perchè Nigro si era rifiutato di aderire alle reiterate richieste estorsive del gruppo ‘ndranghetista. La sua morte doveva servire quindi al clan per riaffermare il proprio potere e costituire un monito per gli altri commercianti affinché non seguissero il suo esempio. In quel particolare periodo storico la città e la provincia di Cosenza – secondo le indagini della procura – erano sconvolte dalla guerra tra i clan Perna-Pranno e Pino-Sena e il clan Perna-Pranno con usava l’estorsione di tutti gli imprenditori ricadenti nella propria zona d’influenza per garantirsi le risorse economiche per fronteggiare i rivali. Diversi sono stati i collaboratori di giustizia che hanno parlato dell’omicidio dell’imprenditore e le loro testimonianze sono state tutte concordanti sia sul movente che sui mandanti.

Lo stesso Mario Pranno – ricorda la procura – si era assunto la paternità dell’omicidio nel corso del breve periodo della sua collaborazione con la giustizia, iniziato durante il maxi processo Garden e conclusasi nel 2000 con la sua fuga da località protetta. All’epoca l’uomo arrestato oggi era uno dei capi più violenti del suo clan, così come poi riconosciuto dalla sentenza irrevocabile del maxiprocesso Garden che lo condannò a 20 anni di reclusione, pur riconoscendogli la speciale attenuante per i collaboratori di giustizia. Arrestato dopo la fuga, venne scarcerato a giugno del 2015. L’altro arrestato, Francesco Cicero, è accusato di aver fatto da palo ai killer, come riferito dai tutti i collaboratori di giustizia. Soprannominato il “pirata”, è fratello di Domenico, detto “Micuzzo”, che dopo il processo Garden assunse la reggenza del gruppo Perna-Pranno.

 

 

 

Fonte:  repubblica.it
Articolo del 6 marzo 2020
Cosenza, ucciso perché non pagò il pizzo: dopo 40 anni due arresti per l’omicidio di Santo Nigro
di Alessia Candito
L’imprenditore fu freddato nel suo negozio – come monito agli altri commercianti – dagli uomini del clan Perna-Pranno

REGGIO CALABRIA – Una scarica di colpi di pistola di fronte agli occhi del figlio, ferito ad una gamba e lasciato a vedere il padre agonizzare. Così i clan nel pomeriggio del 18 novembre dell’81 hanno punito Santo Nigro, imprenditore cosentino colpevole di non aver pagato il pizzo ai boss che nel suo quartiere erano di casa. Da allora sono passati quasi quarant’anni, ma l’omicidio non va in prescrizione. Per questo, all’alba due persone sono state arrestate dalla Dia di Catanzaro, mentre altre tre risultano indagate per quell’omicidio che inquirenti e investigatori non hanno dimenticato. Su richiesta del procuratore capo Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla e del pm Vito Valerio, in manette sono finiti Mario Pranno di 64 anni e Francesco Cicero di 59 anni, figure storiche di rilevo della criminalità organizzata cosentina.

All’epoca, erano i capi di una delle fazioni della ‘ndrangheta cosentina impegnate nella guerra per il controllo della città. A Nigro, imprenditore che stava osando aprire un negozio di pelletteria e calzature nel loro quartiere, avevano più volte sollecitato il pizzo, ma gli uomini del clan erano sempre stati scacciati in malo modo.

“I vertici del gruppo, in particolare Mario e Pasquale Pranno e mio fratello Francesco Vitelli, si arrabbiarono molto, decidendo di ucciderlo…Dopo l’omicidio, Mario e Pasquale Pranno dissero che l’omicidio di Santino Nigro dovevo servire da esempio per chi non pagava” racconta il pentito Giuseppe Vitelli. In piena guerra, il clan aveva bisogno di soldi, ma soprattutto non poteva permettere che qualcuno ne mettesse pubblicamente in discussione l’autorità. Nigro – afferma il pentito – doveva morire in modo esemplare. Ed è solo uno di una lunga serie di collaboratori che hanno indicato con dovizia di particolari movente, dinamica e autori dell’omicidio dell’imprenditore.

Anche uno dei killer alla fine ha parlato. Si tratta di Aldo Acri, sicario di fiducia dei Pranno che per il clan ha firmato almeno dieci “esecuzioni”. Quella di Nigro è stata la prima, il suo battesimo di fuoco. In quel pomeriggio del novembre ’81 è stato lui, con il volto nascosto da un passamontagna, a entrare nel negozio che Nigro stava ristrutturando, insieme a Carmine Luce, un altro killer del clan, poi ucciso dai suoi. Fuori aspettava Francesco Cicero, armato e pronto a intervenire, mentre Mario Pranno e Francesco Vitelli erano in auto a 700 metri dal negozio e proprio accanto alla Questura di Cosenza, pronti a fuggire.

Pentito, poi pentito di essersi pentito e fuggito dal sistema di protezione, anche Pranno in passato aveva parzialmente ammesso le proprie responsabilità nell’omicidio Nigro. Ai magistrati aveva raccontato di aver dato solo ordine di ferirlo e che la sua morte sarebbe stata “un incidente”. Ma gli appunti che gli investigatori hanno sequestrato nel suo covo quando lo hanno trovato e arrestato nel 2000, lo hanno incastrato come mandante.

Per questo per lui sono nuovamente scattate le manette. Capo feroce della ‘ndrangheta cosentina, noto in città per aver massacrato senza batter ciglio un bambino e aver ucciso a sprangate i fratelli Bartolomeo solo perché ritenuti troppo autonomi, Pranno era fuori dal 2015, dopo aver scontato 15 anni di detenzione. Oggi però, scrive il giudice, “sussiste il concreto pericolo che l’indagato possa commettere altri gravi delitti della stessa specie di quello per cui si procede”. E anche se l’omicidio risale a 39 anni fa, Pranno rimane “una personalità pericolosa e priva di scrupoli”.

 

 

Foto di Santo Nigro da:  cosenza.gazzettadelsud.it

 

 

Leggere anche:

 

 

Articolo del 2 dicembre 2020

Omicidio Santo Nigro. Il figlio Pino parte civile – la storia che insanguinò Cosenza

 

 

corrieredellacalabria.it
Articolo del 16 agosto 2021
Santo Nigro, l’imprenditore che pagò con la morte il no al pizzo
La vittima si oppose alle richieste estorsive del gruppo Perna-Pranno. A settembre, la sentenza contro i presunti responsabili del delitto.

 

 

corrieredellacalabria.it
Articolo del 21 settembre 2021
Omicidio Santo Nigro, Francesco Cicero condannato a 30 anni
La sentenza del Tribunale di Catanzaro al termine del rito abbreviato. Mario Pranno è stato condannato a 3 anni e 4 mesi. Condanna anche per due collaboratori di giustizia.