Cosimo Cristina Il “cronista ragazzino” ucciso dalla mafia – Graphic novel di Luciano Mirone e Antonio Buonanno

Cosimo Cristina Il “cronista ragazzino” ucciso dalla mafia
Graphic novel di Luciano Mirone e Antonio Buonanno
Round Robin editrice, 2015

Cosimo Cristina è un giornalista d’inchiesta integro e onesto, che si schiera in difesa della legalità e della giustizia e che per questo viene ammazzato dalla mafia. Sarà il primo di una lunga serie. Il suo lavoro e gli eventi che porteranno al suo inscenato suicidio, il 5 maggio 1960, vengono finalmente restituiti alla nostra memoria.

Quella del primo giornalista ucciso dalla mafia è la storia di un ragazzo di 25 anni che alla fine degli anni ‘50, armato di penna, taccuino e macchina da scrivere, dichiara guerra a Cosa Nostra e viene “suicidato”. Questo cronista d’altri tempi, povero e romantico, denuncia e viene stritolato, come succederà negli anni successivi ad altri sette giornalisti siciliani. Sullo sfondo una Sicilia bellissima e triste, insanguinata dalle lotte contadine e dominata da una mafia che all’epoca pochi – compreso la chiesa – osano mettere in discussione. Ma quella che vi raccontiamo è anche la storia di un amore spezzato nel fiore degli anni. Una storia seppellita per decenni nell’oblio delle coscienze, e recuperata grazie all’impegno giornalistico di Luciano Mirone.

 

 

 

 

Fonte:  antoniobonanno.it

COSIMO CRISTINA, il “cronista ragazzino” ucciso dalla mafia
Testi di Luciano Mirone, disegni di Antonio Bonanno – Edito dalla Round Robin editrice, Roma – 2015

Io ricordo quella storia come se fosse mia, come se al posto di quel ragazzo ci fossi stato io. Io ricordo quando lo trovarono morto, quando ritrovarono i bigliettini in cui c’era scritto che si era suicidato, quando il magistrato si rifiutò di ordinare l’autopsia, quando il padre si recò dal prete per supplicarlo di fare i funerali e il prete si rifiutò di celebrare perfino una messa. Del resto, c’era da capirlo, la chiesa, allora, era misericordiosa con i mafiosi ma intollerante verso chi si toglieva la vita, anche se tutti in paese pensavano che il ragazzo non si era ammazzato. Io ricordo questo giovane, si chiamava Cosimo Cristina, aveva venticinque anni, faceva il giornalista e scriveva di mafia. I mafiosi lo odiavano. Ricordo quando sparì e pure quando, sei anni dopo, riaprirono l’inchiesta e scoprirono che Cosimo non si era ucciso. E ricordo che in paese accaddero cose da pazzi, al punto che furono costretti ad ucciderlo per la seconda volta per tacitare lo scandalo. Io ricordo perfettamente tutto perché, attraverso un’inchiesta giornalistica durata molti anni, mi sono talmente immedesimato in questa storia che è come se l’avessi vissuta. E allora l’ho scritta in base a ciò che ho scoperto, immaginando, attraverso una serie di flash back, un dialogo con l’ex fidanzata di Cosimo, Enza, una donna che ho realmente conosciuto ma in circostanze diverse da come vengono descritte in questo libro. Il resto è tutto vero, ed io lo ricorderò finché campo.

Luciano Mirone