11 Gennaio 1994 Calanna (RC). Uccisi Rosa Versaci, 67 anni, e il figlio Angelo Morena, 41, tornati in vacanza dal Canada dove si erano trasferiti per sfuggire ad una faida familiare iniziata nel 1961.
11 Gennaio 1994 Calanna (RC). Uccisi Rosa Versaci, 67 anni, e il figlio Angelo Morena, 41, tornati in vacanza dal Canada dove si erano trasferiti per sfuggire ad una faida familiare iniziata nel 1961.
Articolo da L’Unità del 13 Gennaio 1994
Madre e figlio assassinati in Calabria
Una vendetta covata per oltre trentanni
La faida tra parenti innescata da un delitto nel ’61. Erano tornati dal Canada per Natale
di Aldo Varano
Una vendetta covata per oltre trent’anni. È questo probabilmente il feroce movente degli omicidi di Rosa Versaci e Angelo Morena, madre e figlio, tornati in Calabria per le vacanze da Toronto, dove si erano rifugiati per spezzare la faida tra parenti combattuta a colpi di pistola. I killer hanno sparato a distanza ravvicinata nello stesso punto in cui il marito e padre delle vittime era stato ucciso nel 1977.
REGGIO CALABRIA. Un odio antico, implacabile, inestinguibile. Una vendetta terribile, probabilmente covata nell’ambito familiare e consanguineo, come nelle tragedie dell’antica Grecia. È quest’impasto primordiale che ha probabilmente armato la mano dei due furiosi killer che martedi sera hanno massacrato a colpi di pistola e raffiche di una mitraglietta “parabellum” Rosa Versaci di 67 anni e suo figlio Angelo Morena di 41.
Madre e figlio sono morti solo qualche metro più in là del punto in cui nel 1961 Rosario Morena, marito e padre delle due vittime, aveva ucciso a colpi di pistola il proprio nipote Letterio Versaci. I motivi di quel vecchio fatto di sangue non li ricorda più nessuno, il desiderio di vendetta, invece, pare aver resistito a tutte le usure del tempo. Rosario Morena era stato incastrato e aveva alla fine confessato l’omicidio per il quale era stato condannato a 16 anni di carcere che aveva interamente scontati.
Appena uscito, primavera del 1977, qualcuno lo aveva ucciso nello stesso punto in cui l’uomo aveva ammazzato il proprio nipote a pistolettate.
L’agguato è scattato sulla Provinciale che da Calanna, un pugno di case lungo la strada che da Reggio s’arrampica verso i primi contrafforti dell’Aspromonte, va giù verso Rosaniti, una frazioncina del paese.
Morena, l’anziana madre e la moglie Caterina Versace, a bordo di un’auto che si erano fatti prestare da un amico, stavano tornando a casa quando un commando – almeno due persone – ha aperto un micidiale fuoco incrociato. Lì, appena dietro la curva, in quel posto per la gente del luodo ormai maledetto che i passanti attraversano malvolentieri.
Proprio per sfuggire alla spirale di vendette incrociate, Angelo Morena e la madre Rosa avevano abbandonato la Calabria per l’altro continente. A Toronto, in Canada, si erano ricostruiti la vita ben guardandosi da rimetter piede, anche per un solo istante, in Calabria.
Angelo era diventato un bravo barbiere e aveva sposato una ragazza di origine italo-calabrese, Caterina Versace, la stessa che martedì sera, gli occhi pieni di terrore, ha assistito al massacro.
Col passare degli anni la nostalgia della signora Rosa è cresciuta fino a diventare un’ossessione. Da anni chiedeva al figlio di poter fare un viaggio fin qui prima di morire. Per questo lo scorso 20 dicembre i tre sono tornati a Calanna da dove sarennero ripartiti, forse per non tornare mai più, tra tre giorni. Ma qualcuno ha continuato a pensare per tutto questo tempo che prima o poi la famiglia di Rosario Morena doveva essere “cancellata” e quando tutto sembrava ormai finito è scattato il rituale barbaro del sangue lava sangue.
Della dinamica dell’omicidio si sa tutto. Caterina Versace era infatti sull’auto anche se il “gruppo di fuoco” si era preoccupato di non farle un graffio, come a segnalare che lei – estranea – in quella storia non c’entrava nulla. La donna, sotto choc, ha vagato per un po’ fino a quando un automobilista di passaggio l’ha portata fino alla più vicina caserma dei carabinieri. Polizia e Arma hanno fatto scattare subito le indagini ma della Uno scura su cui gli assassini si sono dileguati non s’è trovata traccia.
Pochi dubbi sulla pista della vendetta anche se si sono stabiliti immediati contatti con l’Interpol per avere notizie sul tipo di vita che Angelo Morena conduceva in Canada. La soluzione, comunque, potrebbe venire dagli esiti di uno dei tanti “stub” (il più sofisticato esame che ha preso il posto delvecchio guanto di paraffina) che sono stati immediatamente disposti.