12 marzo 1991 Locri (RC). Muore Antonio Valenti, impiegato di 31 anni. Ferito in un agguato alla ditta per cui lavorava.
Antonio Valenti lavorava come contabile presso la ditta “Gallo Bitumi”. I proprietari dell’impresa da anni continuavano a subire e denunciare ingenti richieste estorsive nei loro confronti. La sera dell’11 marzo 1991 a Locri, Antonio fu ferito gravemente da colpi di arma da fuoco e morì il giorno dopo. Ucciso per ritorsione nei confronti dei suoi datori di lavoro, che non avevano voluto piegarsi alle richieste della ‘ndrangheta.
Fonte: vivi.libera.it
Tratto da: apponweb.it/domini/stopndrangheta.it
Antonio Valenti, viene ferito gravemente l’11 marzo del ’91, nel centro di Locri. I due sicari agiscono in serata, mentre l’uomo usciva dalla sede della ditta di bitumazioni dove lavorava. Colpito all’addome e al fianco sinistro, il 31enne è subito ricoverato in ospedale. Le condizioni sono critiche. Valenti muore la mattina successiva.
Le indagini si orientano subito verso la pista delle estorsioni. Ai fratelli Gallo, titolari della società, erano arrivate diverse richieste di denaro da parte di una banda locale. Somme ingenti. Al rifiuto di versare la mazzetta seguono gli attentati dinamitardi contro i camion e i colpi di pistola contro i mezzi della ditta. Poi l’agguato. Sul campo resta una vittima innocente.
Fonte: Dimenticati Vittime della ‘ndrangheta di Danilo Chirico e Alessio Magro
Cap. XVIII “Affari pericolosi”
Paga con la vita il fatto di lavorare in una ditta di bitumazioni taglieggiata dalla ‘ndrangheta, l’operaio trentunenne Antonio Valenti.
La sera dell’11 marzo, Antonio sta uscendo dalla sede della ditta dei fratelli Gallo, quando gli sparano all’addome. Viene ricoverato per essere operato d’urgenza.
Non riesce a salvarsi.
Tratto da: strill.it
Antonio Valenti, Locri 11 marzo 1991
NESSUN COLPEVOLE
A soli 31 anni freddato da colpi di pistola mentre usciva dalla sede della ditta di bitumazione in cui lavorava a Locri. Antonio Valenti era originario di Sant’Ilario e quando fu colpito era l’11 marzo del 1991. Ricoverato subito in ospedale, ogni soccorso fu vano e morì il giorno dopo, lasciando la moglie Mariella e i figli Andrea e Davide.
La sua colpa fu quella di lavorare presso la ditta dei fratelli Gallo, già bersaglio di intimidazioni e attentati dinamitardi per non essersi piegata alla richiesta di pagamento del pizzo. Dunque l’agguato aveva presumibilmente un bersaglio diverso e la morte di Antonio Valenti fu frutto di un’azione ritorsiva nei confronti dei datori di lavori che non pagavano il pizzo.