2 dicembre 1991 Cerignola (FG). Assassinato Michele Cianci, commerciante 43enne “colpevole” di essere intervenuto, in difesa di un pensionato aggredito e malmenato da due ragazzi che volevano derubargli la pensione.

Foto da mplacicogna.it

Michele Cianci era un commerciante, proprietario di un negozio di armi e articoli sportivi; in un giorno qualunque si accorse di un tentativo di scippo ai danni di un anziano e si precipitò coraggiosamente in suo soccorso. La sera del 2 dicembre 1991 fu atteso da due pregiudicati davanti alla sua attività e fu assassinato per vendetta, per il solo fatto di aver aiutato una persona indifesa.”

 

 

 

 

Fonte: vivi.libera.it  2 dic 2018
Ricordando il nostro caro fratello Michele Cianci  

Sono trascorsi 27 anni da quel triste giorno, quando una mano brutale, efferata e mafiosa ti ha strappato alla vita, per non rimanere indifferente di fronte a una persona indifesa, ma tu non sei mai andato via, perché continui a vivere sempre nei nostri cuori e di tutti coloro che ti hanno amato.

Ci auguriamo che il tuo sacrificio possa essere di altruismo (al di là di ogni sterile retorica) nella salvaguardia dei diritti dei più deboli e rappresentare un incentivo per migliorare in ciascuno di noi il proprio “Io” al cospetto delle difficoltà che, purtroppo, la realtà quotidiana ci prospetta.
Vuole essere questo un messaggio da rivolgere alle nuove generazioni, che con tanta laboriosità e impegno, possano costruire una società migliore, svolgendo in piena libertà il proprio ruolo.
Citando un aforisma di Giovanni Falcone: “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di atrii uomini”. Con questa frase vogliamo ricordare non solo nostro fratello Michele, ma tutte le vittime innocenti cadute per mano mafiosa. Saremo la loro voce fino a quando avremo voce.
Angela e Vincenzo Cianci

 

 

 

Fonte: mplacicogna.it
25° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI MICHELE CIANCI.
RINGRAZIO L’ASSOCIAZIONE “LIBERA”

Il 2 Dicembre 2016 ricorre il 25° anniversario della morte del nostro concittadino Michele Cianci, tragicamente ucciso dalla criminalità per essere intervenuto in soccorso ad un concittadino, per il Suo elevatissimo senso civico, per “non essersi fatto i fatti suoi”. Il 2 Dicembre, ricordare la morte di Michele Cianci vuol dire “farci i fatti nostri” perché Michele Cianci è uomo di Cerignola, perché Michele Cianci appartiene alla nostra storia, perché è l’esempio più bello di cerignolanità, l’esempio da raccontare e ricordare ai nostri figli, ai nostri ragazzi… a noi stessi!

Ricordare per rivivere quei tragici e tristi momenti, per meditare sul nostro impegno civile, sociale e politico ma soprattutto per continuare a far vivere il nostro concittadino Michele nel nostro presente, nel nostro futuro, nel nostro cuore… nella nostra città.

Accolgo con immensa gratitudine l’invito di LIBERA “Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” a partecipare alla manifestazione destinata alla città, con particolare attenzione agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, che partirà alle ore 9:00 dall’armeria in Via S. Maria del Carmine e che, dopo il momento del ricordo, attraverserà Corso Gramsci e Corso Garibaldi per terminare in Piazza della Repubblica e al successivo incontro pubblico intitolato “25 anni dall’omicidio di Michele Cianci: dalla memoria all’impegno” al quale parteciperanno Angela Cianci, sorella di Michele e Daniela Morcone, Vice Presidente di Libera e referente del settore Memoria.

Durante il pubblico incontro, su iniziativa dell’Amministrazione Comunale, grazie alla collaborazione del sig. Natalino Delvecchio, amico ed attuale gestore dell’attività di Michele Cianci, avrò l’onore di esporre la foto di Michele Cianci in Sala Consiliare affinché sia sempre vivo il ricordo, con Giuseppe Di Vittorio, Pinuccio Tatarella, Riccardo Carapellese e Filippo Palieri, dei cerignolani di cui tutti noi dobbiamo esserne orgogliosi e riconoscenti.

 

 

 

Fonte:  cerignolaviva.it
Articolo del 1 dicembre 2016
Il ricordo di Michele Cianci a 25 anni dalla sua scomparsa
L’uomo fu tragicamente ucciso per aver difeso un anziano da uno scippo

Michele Cianci era un uomo cerignolano proprietario di un negozio di armi e articoli sportivi; in un giorno qualunque si accorse di un tentativo di scippo ai danni di un anziano e si precipitò coraggiosamente in suo soccorso. La sera del 2 dicembre 1991, esattamente 25 anni fa, fu atteso da due pregiudicati davanti alla sua attività e fu assassinato per vendetta, per il solo fatto di aver aiutato una persona indifesa. Un tragico evento cui seguì una giornata di lutto cittadino e l’interesse delle tv nazionali.

Per ricordare lo sfortunato cittadino-eroe, l’Associazione Libera ha organizzato una manifestazione destinata alla città, rivolta in particolare agli studenti delle scuole di ogni grado, per commemorare la sua coraggiosa figura. La manifestazione partirà dall’armeria in Via S.Maria del Carmine alle ore 9:00 di domani mattina. Successivamente sarà esposta in Sala Consiliare la foto di Cianci accanto a quelle di altri grandi cerignolani come Giuseppe Di Vittorio e Filippo Palieri.

In una società caratterizzata sempre più dall’indifferenza, da gente che gira la testa e fa finta di nulla di fronte a ogni tipo di sopruso, il ricordo di Michele Cianci è una fiamma viva di protesta nei confronti della criminalità, un urlo nero di reazione verso chi impone la propria finta supremazia attraverso la violenza.

 

 

 

Fonte:  lanotiziaweb.it
Articolo del 1 dicembre 2016
Michele Cianci 25 anni dopo l’assassinio: ricordi e testimonianze. Una ferita ancora aperta per Cerignola
di Gioacchino Matrella

«Sono stato il primo ad intervenire subito dopo l’omicidio. Abitavo al piano superiore dell’armeria. Ero davanti alla chiesa del Carmine. […] Michele giaceva a terra, sul marciapiede di fronte all’armeria. Lo chiamai, ma non rispose. Era già morto. Con un’auto lo trasportammo in ospedale. Non ci fu nulla da fare. Conservo ancora il mio cappotto sporco di sangue»

Il 2 dicembre non è un giorno come tutti gli altri a Cerignola, almeno per chi nella propria mente e nella propria coscienza ha ancora spazio per custodire la “memoria storica”. Difatti, in quel giorno del 1991 veniva brutalmente assassinato Michele Cianci, commerciante 43enne che ebbe l’unica “colpa” di essere intervenuto, in pieno giorno, in difesa di un pensionato di 75 anni aggredito e malmenato da due ragazzi che, in Piazza del Carmine, volevano derubargli la pensione riscossa pochi minuti prima presso l’Ufficio Postale.

Nell’indifferenza totale dei passanti, Michele Cianci, che era sulla soglia del suo negozio di armi ed articoli sportivi, non esitò ad intervenire con prontezza: impugnò la sua pistola e sparò in aria colpi a scopo intimidatorio, urlando agli aggressori di lasciare immediatamente il pensionato, azione che salvò la vita all’anziano concittadino. Ma non finì qui. Quella stessa mattina, Cianci andò a denunciare il misfatto presso il locale Commissariato di Polizia, descrivendo anche la fisionomia dei due malviventi.

Nel pomeriggio della stessa giornata, come tutti i giorni, Michele Cianci aprì regolarmente la sua attività. Non sapeva che lo avrebbe fatto per l’ultima volta. Poco dopo le 20.30 di quel maledetto lunedì, quando Cianci stava per chiudere il negozio e rientrare a casa, gli furono vigliaccamente sparati dei colpi, due dei quali finirono al fianco ed al femore e che lo portarono a cadere violentemente provocandogli una profonda ferita alla nuca, che l’autopsia indicherà essere quella mortale.

Cianci fu vittima di una spedizione punitiva ordita da un commando di quattro malviventi: il commerciante cerignolano “aveva osato” far fallire uno scippo. Le indagini, successivamente, stabilirono che si trattò di un tentativo, da parte degli stessi, di portare via le armi dal suo esercizio commerciale, potenzialmente utili ai clan della città. La Presidenza della Repubblica, in data 26 giugno 1992, gli conferì la medaglia d’oro al valor civile, per aver dato col suo gesto uno «splendido esempio di umana solidarietà ed elette virtù civiche».

Sono trascorsi ormai 25 anni. Parlare di Michele Cianci coniugando i verbi al passato fa però ancora molto male, soprattutto considerando le violente, quanto assurde, circostanze che hanno portato a questo. Il dovere di una comunità è, come minimo, quello di tenere sempre vivo il ricordo degli esempi del passato con l’obiettivo di farne da insegnamento per il presente e per il futuro. E se questi esempi hanno dato il loro insegnamento rimettendoci la loro stessa esistenza, a maggior ragione devono attecchire nelle nostre coscienze, anche quelle di chi all’epoca non era ancora nato o era troppo piccolo per ricordare.

A tal fine abbiamo deciso di raccogliere alcune testimonianze di chi ha conosciuto Michele Cianci, di chi ne ha condiviso la quotidianità, di chi avvertì il dolore in prima persona per la sua violenta scomparsa. Ringraziamo per averci dato il suo contributo in merito a ciò Natalino Delvecchio, amico di Michele ed oggi commerciante in quella che era la sua attività, nello stesso settore. Natalino ci descrive Michele come «persona riservata con cui però, quando era a genio, si poteva tranquillamente scherzare», ricordando anche come dal punto di vista lavorativo «era un professionista del suo settore davvero molto esperto e apprezzato, dato che da lui si recavano anche clienti provenienti da fuori regione». Natalino non può non ricordare quando venne a sapere della tragica notizia: «Noi amici eravamo tutti riuniti in una sede di un’assicurazione che, all’epoca, era lì vicino.

Non ci potevamo credere, piangevamo tutti come dei bambini». Venendo alla tematica del suo ricordo, tiene a sottolineare come egli, da amico e da cittadino che vuole tenerlo sempre vivo, nel 2011 contattò Telenorba affinché documentasse le iniziative della commemorazione del ventennale. «Vedere oggi ragazzini che alla domanda ‘Sai chi è il Michele Cianci a cui è dedicato il campo sportivo al quartiere Fornaci?’ non hanno idea di come rispondere, mi lascia sconcertato» ha poi concluso Delvecchio.

Nel nostro itinerario del ricordo e della testimonianza c’è anche il prezioso contributo dell’ex consigliere comunale dell’UDC Franco Conte, che quella sera di 25 anni fa ebbe modo di assistere in prima persona al misfatto, vivendone i passaggi più drammatici: «Sono stato il primo ad intervenire subito dopo l’omicidio. Abitavo al piano superiore dell’armeria. Ero davanti alla chiesa del Carmine, ricordo era una serata tranquilla, clima mite. Avvertii gli spari, notai un trambusto. Mi portai sul posto, ero solo, in quanto i presenti all’aggressione si erano portati all’allora bar Definis per chiedere aiuto.

Michele giaceva a terra, sul marciapiede di fronte all’armeria. Lo chiamai, ma non rispose. Era già morto. Con un’auto lo trasportammo in ospedale. Non ci fu nulla da fare. Conservo ancora il mio cappotto sporco di sangue». Franco Conte ricorda anche le esequie del nostro concittadino: «Il corteo funebre attraversò via Santa Maria del Carmine (sede del negozio di armeria e articoli sportivi di Michele Cianci, ndr.), soffermandosi davanti al punto in cui avvenne il tragico agguato.

In Cattedrale, mons. Giovan Battista Pichierri (allora vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, ndr.) tuonò: “La santa vendetta, quella che distrugge la cattiveria. La vendetta contro il male e non contro il delinquente. Dobbiamo mobilitarci tutti perché anche nella nostra città vinca la giustizia, l’amore, la solidarietà. Diamo a questa città luoghi d’aggregazione, dove fare cultura, sport. Sto pronunciando utopie? Tali saranno se tutti insieme, non affronteremo il problema della prevenzione”. Cinquemila cittadini sfilarono in silenzio». Non manca anche il suo ricordo sul Michele Cianci uomo: «Era una persona buona, pervasa di bontà e altruismo, verità e giustizia. In lui cresceva l’indignazione contro la violenza. Voleva far trionfare giustizia e solidarietà».

Nel venticinquesimo anniversario della sua scomparsa, il presidio di Libera – Cerignola organizzerà venerdì 2 dicembre, a partire dalle 9.00, un momento di riflessione collettiva proprio dinanzi a quello che fu l’esercizio di Michele Cianci, in via Santa Maria del Carmine. Di lì poi partirà un corteo che attraverserà il Corso cittadino per giungere in Piazza della Repubblica dove, a partire dalle 10.30, presso l’Aula Consiliare di Palazzo di Città, si terrà un incontro di approfondimento cui prenderanno parte Angela Cianci, sorella di Michele, e Daniela Marcone, vicepresidente di Libera.

Come detto, la ferita inferta a Cerignola quella sera del 2 dicembre 1991 è ancora aperta, non potrebbe essere altrimenti. Spesso si suole dire che nessuno muore davvero finché ne è vivo il ricordo nei cuori di chi resta. Ed uno dei percorsi ineludibili da intraprendere per tenere vivo quel ricordo è non cessare mai di raccontare alle giovani generazioni e far passare il messaggio che nella nostra comunità la sottocultura della prepotenza non deve avere il benché minimo spazio. Il dazio estremo che Michele Cianci ha versato non deve risultare vano.

 

 

 

 

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vivi.libera.it
Michele Cianci – 2 dicembre 1991 – Cerignola (FG)
Michele non si era mai voltato dall’altra parte, era sempre stato attento a ciò che gli succedeva intorno. Credeva fortemente nei valori della giustizia e del rispetto per gli essere umani. E così anche quando tentarono di rapinarlo, si oppose. Lui, che aveva sempre lavorato, non riteneva giusto che con la violenza qualcuno volesse appropriarsi dei frutti del suo lavoro.