25 Agosto 1991 Condofuri (RC) Ucciso l’allevatore Domenico Mafrici

La ‘ndrangheta si è accanita sulla famiglia Mafrici. L’angoscia di un sequestro, la gioia temporanea dopo la liberazione e dopo le nuove minacce, le richieste della mazzetta e il sangue a chiudere la partita.

Il commerciante di bestiame Bruno Mafrici viene rapito il 2 settembre 1986 a Condfori, e rilasciato nel dicembre successivo, dopo il pagamento di un riscatto di 450 milioni.

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Le cosche tornano alla carica nell’88 incendiando a Condufori Marina un camion della dita di Domenico Mafrici, fratello di Bruno. L’azienda di allevamento di bestiame è tra le principali della provincia. E’ il segnale che le cosche vogliono imporre la legge del racket dopo aver imposto quella dell’Anonima. L’epilogo arriva il 25 agosto del ’91: Domenico Mafrici viene ucciso a fucilate vicino alle stalle del suo allevamento.

Tratto da Dimenticati – Vittime della ‘ndrangheta di Danilo Chirico e Alessio Magro
Cap. IV “Aspromonte solo andata” pag. 116

 

 

 

Articolo da L’Unità del 26 Agosto 1991
I week-end della ‘ndrangheta
Massacrati un commerciante e un allevatore
Ancora sangue in Calabria. Sabato sera, a Lamezia Terme, è stato ucciso un commerciante di 47 anni, Pasquale De Sensi. Secondo agguato, ieri mattina, nelle campagne di Condufori, Reggio Calabria. I killer hanno ucciso un allevatore, Domenico Mafrici, di 61 anni. Per gli investigatori indagini che si sommano a oindagini. A quelle per l’agguato dell’ex sindaco di Bova, senza novità.

REGGIO CALABRIA. I killer della ‘ndrangheta hanno lavorato per tutto il week-end. Ieri e sabato ci sono stati altri due agguati, ammazzate due persone. Sparano e fuggono, e sembrano sempre imprendibili, i killer della ‘ndrangheta. Gli investigatori, infatti, non hanno ancora tracce di quelli che, nella notte tra giovedì e venerdì, hanno assassinato l’ex sindaco democristiano di Bova. Pasquale Foti, 59 anni, e suo fratello Francesco, 56. impiegato comunale.

Ieri mattina, gli investigatori sono dovuti andare a vedere il cadavere di uno dei più importanti allevatori e importatori di bestiame della provincia di Reggio Calabria: Domenico Mafrici, di 61 anni. L’agguato, nella frazione Marina di Condofuri. Le stalle dell’allevatore sono in contrada «Salinella», e lui le stava raggiungendo a bordo di un furgoncino Fiat «Fiorino». Lo aspettavano dietro un muretto. Un bersaglio facile, le rose di pallettoni lo hanno colpito e sfigurato. Gli investigatori dicono che hanno fatto fuoco almeno due «lupare».
L’allarme è stato dato da alcuni dipendenti della vittima, due filippini, che erano nelle stalle. Sono usciti in tempo per vedere i killer saltare su una Fiat , che e poi stata abbandonata e incendiata nella frazione marina del comune di San Lorenzo. Era stata rubata nei giorni scorsi a Palizzi, pochi chilometri da Condoluri.
Gti investigatori non hanno ancora formulato ipotesi, ma l’omicidio di Domenico Mafrici potrebbe essere stato ordinato, per vendetta, da estortori. C’è, in questo senso, l’indizio di un precedente. Lo scorso anno, infatti, un camion di proprietà di Mafrici fu incendiato proprio davanti alle stalle. E non solo. Un fratello di Mafrici, Bruno, di 60 anni, fu rapito il 4 settembre del 1986 e poi rilasciato, nel dicembre successivo. Sembra dopo il pagamento di un riscatto di 450 milioni dì lire.

L’altro omicidio, a Lamezia Terme. Sabato sera viene giustiziato Pasquale De Sensi, di 47 anni. Un uomo con una condanna addosso. Era l’ultimo di quattro fratelli, tutti uccisi a Lamezia dai killer: Antonio fu ucciso nel 1987, Maurizio e Casarino nel 1989.
Gli investigatori dell’Anna affermano che «Pasquale De Sensi forse neppure s’è accorto di morire». Era su una Vespa e stava tornando a casa dopo aver chiuso il negozio di generi alimentari. Una stradina, poca luce. Hanno sparato da vicino, con le pistole, e l’hanno colpito alla testa, e poi al torace e al basso ventre.
Quando arrivano sul posto, gli investigatori trovano solo il cadavere in una pozza di sangue, ma intorno non ci sono bossoli. «Devono aver sparato con una pistola a tamburo». Nella caserma dei carabinieri ci sono comunque già alcune persone, alcune di loro sono già state interrogate. Effettuate anche  alcune perquisizioni. In un appartamento è stato trovato un giubotto antiproiettile.  I carabinieri hanno accertato che il De Sensi, qualche tempo fa, aveva acquistato una Alfa o «Alfetta» blindata. Tuttavia, particolare curioso, la usava solo saltuariamente per i suoi spostamenti.

Accertamenti, controlli. Per ogni delitto gli investigatori seguono sempre lo stesso rituale che raramente, però, porta a esecutori e mandanti. Per capire cosa c’è dietro l’omicidio dell’ex sindaco di Bova, ieri gli investigatori hanno proceduto al sequestro di tutta la documentazione relativa alla più recente attività amministrativa di Pasquale Foti che per trentanni, e fino al 1990, è stato sindaco di Bova, guidando la lista democristiana. Negli ambienti investigativi non si esclude che l’agguato a Foti possa avere collegamenti con alcuni importanti lavori pubblici, tra cui lo stanziamento per il consolidamento dell’abitato di Bova.
Comunque, non vengono escluse altre piste. Una di queste porta dritto all’omicidio di Giuseppe Taormina, 61 anni, ucciso nel gennaio del 1989 nella frazione «Campi» dì Bova. Ufficialmente pastore, Taormina era sospettato di essere uno dei personaggi di maggior rilievo nel panorama mafioso della zona.

Sono 188. dall’inizio dell’anno, gli omicidi in Calabria. Il numero più alto di uccisioni si è registrato nella provincia di Reggio Calabria: 129 (15 solo nel mese di agosto), 33 dei quali nel capolugoo e nella sua periferia; altrettanti nella Locride. A Taurianova (16 mila abitanti), dall’inizio dell’anno, gli omicidi sono stati 14. In provincia di Catanzaro, gli omicidi sono 45. 14 in quella di Cosenza.

 

 

 

 

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