4 marzo 2001 Acerra (NA). Gaetano Affinito, commerciante di 63 anni, resta ucciso nel corso di una rapina nel suo supermercato.

Gaetano Affinito, titolare di un supermercato in via Vittorio Veneto ad Acerra, è stato ucciso  il 4 marzo del 2001 durante una rapina. Gaetano ha cercato di reagire ed è stato colpito da uno dei rapinatori. Un proiettile lo ha colpito alla gamba, un altro ha raggiunto il cuore. Gaetano Affinito è stato trasportato alla clinica “Villa dei Fiori” dove è morto poco dopo.
I due rapinatori sono fuggiti in un’auto, che li attendeva all’esterno con a bordo un terzo complice.
Fonte:  fondazionepolis.regione.campania.it

 

 

 

Fonte: ricerca.repubblica.it
Articolo del 4 marzo 2001
Difende l’incasso, ucciso a bruciapelo
di Conchita Sannino

Acerra – Assassinato per una rapina. «Apri la cassa, dacci i soldi». Erano le 20 e 30 e Gaetano Affinito, un anziano commerciante di Acerra, alle porte di Napoli, stava per chiudere il suo supermercato. Dentro c’erano pochi clienti, la saracinesca era abbassata a metà. All’improvviso due banditi con i volti coperti sono entrati nel negozio, gli hanno puntato contro le pistole: «Fuori i soldi, sbrigati». Hanno arraffato l’incasso del sabato sera. Affinito era un uomo coraggioso. Ha reagito, benché gli mancasse un rene per una vecchia operazione. Voleva bloccare i malviventi. Uno di essi ha sparato: un colpo al cuore della vittima inerme, l’altro alla gamba. Affinito è svenuto sotto gli occhi del figlio che cercava di difenderlo. Freddi, spietati, gli assassini sono scappati. Fuori li aspettava un terzo complice, a bordo di una potente auto. Il commerciante è stato soccorso e trasportato nella clinica Villa dei Fiori di Acerra, dove è morto poco dopo il ricovero. La famiglia adesso grida: «Pena di morte per queste belve». La polizia indaga sull’omicidio che riapre la piaga di una malavita aggressiva e sanguinaria.

È salito a 18 il numero delle vittime di camorra e criminalità a Napoli dall’inizio dell’anno. Si spara e si ammazza, come in una guerra. Spesso i cittadini si sentono indifesi, abbandonati in un territorio senza legge. Gli episodi si susseguono, a distanza di poche ore. Appena giovedì scorso, a Pozzuoli, un poliziotto ha ferito un bandito che tentava di rapinarlo mentre era in macchina con la fidanzata. Subito dopo ha scoperto che quel malvivente in fin di vita era un carabiniere ausiliario dalla doppia personalità. Di giorno lavorava in divisa, in servizio di ordine pubblico. La sera si trasformava in un rapinatore di professione.

Gaetano Affinito era sposato, aveva 63 anni. Era proprietario del «Supermercato azzurro» in via Vittorio Veneto, alla periferia di Acerra. Un grosso emporio in cui si vendono anche carni. Palazzina a due piani costruita con enormi sacrifici. Giù c’è il negozio, sopra la casa di famiglia. Da qui, a sera, provengono le urla di dolore della moglie di Affinito e della figlia: «Assassini, bestie, non crediamo più nella giustizia». Antonio, trent’anni, nipote di Affinito, si dispera: «Ci vuole la pena di morte. Non mi importa se arrestano quei maledetti. Se vanno in carcere noi cittadini dobbiamo pure pagargli vitto e alloggio, e poi magari, dopo un po’, tornano liberi. Mio zio era un uomo forte e saldo, ha reagito per difendere i suoi sacrifici».

Il commerciante assassinato gestiva il supermercato con la famiglia. Aveva quattro figli, tre maschi e una ragazza. Era una persona perbene, stimata dalla gente del posto che ieri sera si è raccolta davanti all’emporio. Lacrime e rabbia per la tragedia di un uomo che ha solo tentato di difendere l’incasso di una giornata di lavoro: «Lo Stato ci deve proteggere, non possiamo essere lasciati soli», protestavano.

Nel supermercato al momento dell’irruzione dei banditi c’erano quattro clienti. La polizia li sta interrogando. Il tema della sicurezza accende lo scontro politico. Antonio Martusciello, candidato sindaco del Polo a Napoli, chiama in causa il ministro dell’Interno, Enzo Bianco: «L’ennesimo episodio di criminalità conferma tragicamente l’esistenza di quella emergenza che il ministro Bianco ha l’ardire di negare», accusa Martusciello.