• 16 Ottobre 2005 Locri (RC). Assassinato Francesco Fortugno mentre ricopriva la carica di vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria.

      “Francesco Fortugno avrebbe pagato con la vita l’inaspettata elezione in Consiglio Regionale con oltre 8500 preferenze. I Marcianò, elementi vicini al clan Cordì, avevano infatti “tirato la volata” a un altro candidato: quel Domenico Crea condannato in seguito per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito del processo “Onorata Sanità”. Crea, però, non riuscì a essere eletto, ottenendo un pessimo risultato proprio a Locri, dove Alessandro Marcianò, caposala dell’ospedale, aveva promesso almeno 700 voti. A questo punto, dunque, i Marcianò, avrebbero commissionato l’omicidio di Fortugno al giovane Salvatore Ritorto proprio per riacquistare credito nei confronti di Mimmo Crea, al fine di salvaguardare eventuali possibilità di arricchimento: “Appare ampiamente logico e…

  • 7 Aprile 1992 Bianco (RC). Ucciso Stefano Ceratti, 55 anni, segretario della Dc di Caraffa del Bianco. Omicidio politico-mafioso commissionato dalla cosca Pelle disturbata dall’opera moralizzatrice e di denuncia condotta dal medico.

    Il 7 aprile 1992 il segretario della Dc di Caraffa del Bianco, Stefano Ceratti, 55 anni, viene assassinato da un killer solitario all’interno del suo studio medico di Bianco. A trent’anni dall’omicidio, il cosentino Sergio Prezio è stato condannato in via definitiva come esecutore materiale dell’agguato. Per i giudici quello di Ceratti è stato un omicidio politico-mafioso commissionato dalla cosca Pelle disturbata dall’opera moralizzatrice e di denuncia condotta dal medico all’interno del Consiglio comunale di Caraffa e del suo stesso partito. Articolo da stopndrangheta.it La cronaca dell’omicidio sul Corriere della Sera.   Articolo del Corriere della Sera dell’8 Aprile 1992 Medico assassinato mentre visita un paziente di Carlo Macrì BIANCO…

  • 30 aprile 1990 Casalnuovo di Napoli. Assassinato Vincenzo Agrillo, 47 anni, imprenditore edile candidato alle elezioni comunali di Pomigliano D’Arco.

    Il 30 aprile del 1990 a Casalnuovo di Napoli veniva assassinato Vincenzo Agrillo, 47 anni, candidato alle elezioni comunali del 6 maggio successivo a Pomigliano D’Arco. Vincenzo Agrillo gestiva una piccola impresa edile, che si occupava principalmente di edilizia privata, e si era pensato, in un primo momento, che fosse vittima di richieste estorsive a cui si era rifiutato di dare seguito. Dalle indagini gli inquirenti sono arrivati alla conclusione che Agrillo, se fosse stato eletto, avrebbe rotto un equilibrio per il controllo delle amministrazioni locali e degli appalti. “Tale omicidio riportava l’attenzione degli inquirenti sul problema inquietante  dell’interessamento della criminalità organizzata alla scelta dei candidati ed al successivo controllo…

  • 7 Febbraio 1990 Villa San Giovanni (RC). Ucciso Giovanni Trecroci, vicesindaco e assessore ai lavori pubblici. Ucciso dalla mafia degli appalti.

    Giovanni Trecroci aveva 46 anni, era vicesindaco ed assessore ai Lavori Pubblici nel comune di Villa san Giovanni (RC); fu ucciso il 7 febbraio del 1990; lasciò un bambino, Giuseppe, e la moglie in attesa di un altro figlio, Stefania, nata pochi mesi dopo l’omicidio. Giovanni Trecroci era un uomo onesto ed integerrimo, così chi lo ha conosciuto lo ricorda, che sicuramente non voleva diventare un eroe ma voleva vivere la propria esistenza da persona normale. Era un insegnante di lettere, un educatore degli scout, prestato alla politica. Aveva applicato nella politica quel rigore morale e quella serietà che lo contraddistinguevano. Quella sera aveva appena finito di discutere in consiglio…

  • 12 Gennaio 1988 Palermo. Ucciso Giuseppe Insalaco, ex sindaco della città.

    “Il 12 gennaio 1988 a Palermo venne ucciso Giuseppe Insalaco da numerosi colpi di pistola mentre si trovava in macchina, sotto casa sua. Giuseppe Insalaco era stato sindaco di Palermo per soli 3 mesi: dall’aprile al luglio 1984. Poi, rimase sempre più solo: continuava infatti a denunciare le indebite ingerenze di Cosa nostra nella vita politica cittadina. Il 3 ottobre del 1984, fu ascoltato dalla commissione antimafia: precisò di non essere un democristiano pentito ma di avere il dovere di parlare “dei perversi giochi che mi hanno costretto alle dimissioni dopo appena tre mesi”. Dopo la sua morte fu trovato un memoriale in cui Insalaco accusava diversi esponenti della DC…

  • 31 Marzo 1984 Nardò (LE). Uccisa Renata Fonte, 33 anni, assessore, la cui unica colpa era di aver creduto nei propri ideali.

    Il 31 marzo 1984, Renata Fonte, assessore del comune di Nardò (LE), cadeva assassinata per mano mafiosa. Si era battuta contro la lottizzazione e la speculazione edilizia del Parco naturale di Porto Selvaggio. Attraverso i microfoni della piccola emittente locale, Radio Nardò1, veicolava la sua lotta per la legalità, la democrazia, la giustizia. Quando è caduta sotto i colpi di pistola dei sicari, aveva 33 anni e due figlie piccole, che l’aspettavano a casa. Tra le prime donne in politica nella provincia di Lecce, Renata è stata un personaggio scomodo fin dai primi incarichi istituzionali, assessore alle Finanze nel 1982 e nel 1983 assessore alla Cultura e alla Pubblica Amministrazione.…

  • 28 luglio 1982 Paola (CS). Pompeo Panaro, commerciante ed esponente politico calabrese, ucciso ed il suo corpo fatto sparire. Fu ritrovato dopo quasi un anno a seguito di una telefonata anonima.

    Pompeo Panaro era un commerciante, gestiva numerose mense nei dintorni di Paola. Era un personaggio conosciuto. Aveva ricoperto anche cariche pubbliche con la Dc: eletto consigliere comunale, sindaco, vicesindaco, è stato anche assessore. La scomparsa di Pompeo Panaro resta una delle tante di cui è afflitta la Calabria. Si tratta di una delle vittime di un periodo scandito dagli agguati e dalle faide tra le ‘ndrine. Due anni prima dell’omicidio Panaro, viene ucciso a Cetraro, pochi chilometri da Paola, Giannino Losardo, dirigente del Pci locale e capo della segreteria della Procura cittadina. Fonte: vivi.libera.it       Foto e Articolo del 2 maggio 2013 da  inchieste.repubblica.it “La verità sulla scomparsa…

  • 1 Luglio 1982 Giugliano (NA) Ucciso Giuliano Pennacchio, assessore al personale del Comune.

    Giuliano Pennacchio, 45enne, segretario di una scuola media e assessore al Personale del comune di Giugliano (Campania) è stato ucciso nel luglio del 1982 mentre tornava a casa a piedi, in via Meristi. Ha da poco parcheggiato la macchina quando, a bordo di un’auto, due killer gli hanno sparato. Giuliano Pennacchio svolge un’importante attività politica cercando tra l’altro di rendere più efficaci ed efficienti i servizi comunali. Secondo le indagini il Pennacchio si è probabilmente intromesso in faccende illecite che gli hanno costato la vita. In quel periodo era sindaco del comune Giuliano Granata, ex segretario particolare di Ciro Cirillo, sequestrato dalle Brigate Rosse nel 1981 per 89 giorni. Il…

  • 6 Gennaio 1980 Palermo. Ucciso Piersanti Mattarella, politico della DC e Presidente della Regione Sicilia.

    Piersanti Mattarella, figlio di Bernardo Mattarella, uomo politico della Democrazia Cristiana in Sicilia, e fratello di Sergio Mattarella ( 12º Presidente della Repubblica Italiana). Dopo l’attività nell’Azione cattolica, si dedicò alla politica nella Democrazia Cristiana. Fra i suoi ispiratori ci fu Giorgio La Pira. Si avvicinò alla corrente politica di Aldo Moro e divenne consigliere comunale a Palermo. Assistente ordinario all’Università di Palermo, fu eletto all’Assemblea regionale siciliana nel 1967 nel collegio di Palermo, per tre legislature. Dal 1971 al 1978 fu assessore regionale alla Presidenza. Fu eletto presidente della Regione Siciliana nel 1978, guidando una giunta di centro sinistra, con il sostegno esterno del PCI. Nel 1979 dopo una…

  • 9 Marzo 1979 Palermo. Viene assassinato Michele Reina, segretario provinciale democristiano. “Ucciso per proteggere gli interessi di Vito Ciancimino”.

    Michele Reina, segretario provinciale della DC di Palermo, viene assassinato in una agguato mafioso il 9 marzo del 1979. Inizialmente l’omicidio fu rivendicato, con una telefonata al “Giornale di Sicilia” da presunti appartenenti ai terroristi di “Prima Linea”. Un’altra telefonata minacciò altri attentati se non fosse stato scarcerato il capo delle Brigate Rosse, Renato Curcio. La verità l’ha raccontata Tommaso Buscetta, durante la sua collaborazione, nel lungo racconto fatto al giudice Giovanni Falcone: “Anche l’onorevole Reina è stato ucciso su mandato di Salvatore Riina”. “Il 22 aprile del 1992, a Palermo si aprirà il processo per i cosiddetti “omicidi politici”: tra questi, anche quello di Michele Reina. Nell’aprile del 1999,…