• 20 settembre 1988 Baia Domizia (CE). Ucciso Giuseppe Mascolo, farmacista di 61 anni. Si era rifiutato di scendere a patti con la camorra.

    Giuseppe  Mascolo, titolare di una nota farmacia a Cellole, un piccolo comune vicino a Sessa Aurunca, dove aveva ricoperto vari incarichi politici comunali, viene ammazzato nel 1988 a Baia Domizia, nei pressi della sua abitazione. Sul delitto si susseguono parecchie ipotesi mai confermate. Il caso inizialmente viene archiviato. Il pentito Mancaniello, esponente del clan “Muzzoni”, ascoltato dal procuratore che allora seguiva la diatriba tra casalesi e i clan antagonisti della zona, il dott. Raffale Cantone, riceve una rivelazione da un esponente del clan dei casalesi di Baia Domizia. Questi gli aveva confidato che l’omicidio Mascolo era stato un errore. Beneduce, che all’epoca era ancora alleato dei “Muzzoni”, pretendeva qualcosa dal…

  • 6 Ottobre 1980 Bovalino (RC). Rapito Silvio De Francesco, farmacista 70enne, muore nel tragitto per l’Aspromonte.

    Silvio De Francesco, un nobile di origini napoletane, ha la sfortuna di abitare aBovalino, il paese dei sequestrati. Lo prendono la sera del 6 ottobre dell’80 a casa sua. Ha settantasei anni. Troppo vecchio per reggere la fatica della marcia sui monti. Arranca, non riesce più a respirare e si lascia andare in un fossato durante il trasferimento alla cella preparata per lui in Aspromonte. Lo abbandonano lì, senza vita, dove verrà ritrovato il 13 ottobre. Ci sono un cadavere da seppellire, una tomba da onorare, ma nessun indizio concreto. […] Fonte: Dimenticati di Danilo chirico e Alessio Magro Cap. IV – Aspromonte, solo andata – pag. 95    …

  • 21 febbraio 1980 Montebello Ionico (RC). Giuseppe Gullì, farmacista di 62 anni, viene rapito. Non è mai stato rilasciato.

    […] L’anno nero dei farmacisti inizia il 21 febbraio 1980, quando a finire nelle mani dell’Anonima è Giuseppe Gullì, sessantadue anni, che è anche consigliere provinciale della DC. È un rapimento doppiamente simbolico. Tre persone armate e mascherate lo bloccano a Fossato di Montebello Ionico, strappandolo per sempre alla libertà. Il cerchio si stringe presto attorno alla banda dei sequestratori, nonostante i tentativi di depistaggio: arriva una lettera alla “Gazzetta del Sud”, il principale quotidiano locale, corredata da una foto del rapito, con l’appello alla famiglia a versare il riscatto e frasi inneggianti alla rivoluzione armata, ma nessuno la prende sul serio. Prima cadono nella rete della giustizia la telefonista,…

  • 7 Ottobre 1976 Grotteria (RC). Rapito Vincenzo Macrì, famacista di 76 anni. Il suo corpo non sarà mai ritrovato.

    Il farmacista Vincenzo Macrì (76 anni) viene rapito a Grotteria il 7 ottobre del 1976. Viaggiava a bordo della sua Alfa Romeo Giulietta, insieme alla moglie Iolanda Marvasi e alla figlia Maria Carmela. Lungo la statale 281 si affianca un’auto, a bordo quattro banditi armati di pistola e mitra, c’è l’ordine di fermarsi. I sequestratori prelevano Macrì e poi abbandonano i due mezzi a qualche chilometro di distanza. Arriva la richiesta di riscatto: un miliardo. Dopo poco più di un mese viene individuata la prigione, ma il professionista non c’è. Non sarà più ritrovato. Fonte:  stopndrangheta.it       Fonte:  stopndrangheta.it Vincenzo Macrì, rapito e mai più tornato Chiedono un…

  • 16 Maggio 1946 Favara (AG). Uccisione del sindaco socialista Gaetano Guarino. Lottò contro i grandi proprietari terrieri che sfruttavano la locale manodopera e divenne la voce dell’umile gente che chiedeva l’attuazione delle leggi Gullo-Segni.

    Gaetano Guarino lottò contro i grandi proprietari terrieri che sfruttavano la locale manodopera e divenne la voce dell’umile gente che chiedeva l’attuazione delle leggi Gullo-Segni che destinavano alle cooperative i terreni incolti appartenenti ai latifondi: costituì anche una cooperativa agricola, che probabilmente si ispirava alla “Madre Terra” di Accursio Miraglia, ed i “baroni” del latifondocominciarono a remargli contro. Il 10 marzo del 1946 si svolsero le elezioni comunali a Favara e Guarino, sostenuto oltre che dai socialisti anche dal Partito Comunista Italiano e dal Partito d’Azione, vinse le consultazioni con il 59% dei voti e fu eletto sindaco; ma la Mafia delle terre non gli perdonò le sue scelte popolari…