• 19 Luglio 1992 Palermo. Strage di Via D’Amelio. Un’autobomba uccide il magistrato Paolo Borsellino ed i suoi agenti di scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Il sesto agente della scorta, Antonio Vullo, ed altre 23 persone rimasero gravemente ferite.

    19 Luglio 1992, Palermo, in Via D’Amelio, un’autobomba uccide il magistrato Paolo Borsellino ed i suoi agenti di scorta: Agostino Catalano – Walter Eddie Cosina  – Vincenzo Li Muli – Claudio Traina – Emanuela Loi I cinque agenti erano, insieme ad un sesto poliziotto, i componenti della scorta del Procuratore Aggiunto di Palermo Paolo Borsellino che stavano accompagnado in visita a casa della madre. Una auto carica di tritolo, posteggiata nella via venne fatta esplodere da uomini della mafia, dilaniando il giudice Borsellino, Catalano, Traina, Li Muli, Cosina e Loi. Il sesto agente della scorta ed altre 23 persone rimasero gravemente ferite. L’attentato fu deciso dalla “Cupola” di Cosa Nostra,…

  • 23 Maggio 1992 Strage di Capaci (PA). Morirono il giudice Giovanni Falcone, il giudice Francesca Morvillo, moglie di Falcone, e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani

    La strage di Capaci fu un attentato di stampo terroristico-mafioso compiuto da Cosa Nostra il 23 maggio 1992 nei pressi di Capaci (sul territorio di Isola delle Femmine) con una carica composta da tritolo, RDX e nitrato d’ammonio con potenza pari a 500 kg di tritolo, per uccidere il magistrato antimafia Giovanni Falcone. Gli attentatori fecero esplodere un tratto dell’autostrada A29, alle ore 17:57, mentre vi transitava sopra il corteo della scorta con a bordo il giudice, la moglie e gli agenti di Polizia, sistemati in tre Fiat Croma blindate. Oltre al giudice, morirono altre quattro persone: la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito…

  • 9 Agosto 1991 Campo Calabro (RC). Assassinato il magistrato Antonino Scopelliti.

    Antonino Scopelliti, Magistrato di Cassazione, stava lavorando al maxiprocesso a Cosa nostra. Lo hanno finito con una P38, il colpo di grazia sparato a bruciapelo, sulla provinciale tra Villa San Giovanni e Campo Calabro (RC), il 9 agosto del 1991. Un omicidio eccellente, che pose fine alla seconda guerra di ‘ndrangheta. Antonino Scopelliti era al lavoro sui faldoni del maxiprocesso a Cosa nostra, istruito negli anni ’80 da Giovanni Falcone. È sulla pista siciliana che si sono sempre indirizzate le indagini: un accordo tra mafia e ‘ndrine, uno scambio di favori che portò alla pax tra le cosche reggine in guerra. Scopelliti ricevette pressioni per “ammorbidire” le sentenze di condanna…

  • 21 settembre 1990, sulla statale tra Canicattì e Agrigento viene ucciso il giudice Rosario Livatino.

    Erano passate da poco le 8,30 quella mattina del 21 settembre 1990. Il giudice Rosario Livatino, che il 3 ottobre avrebbe compiuto 38 anni, da Canicattì, dove abitava, con la propria auto si stava recando al tribunale di Agrigento, quando una Fiat Uno e una motocicletta di grossa cilindrata lo affiancano costringendolo a fermarsi sulla barriera di protezione della strada statale. I sicari sparano numerosi colpi di pistola. Rosario Livatino tenta una disperata fuga, ma viene bloccato. Sceso dal mezzo, cerca scampo nella scarpata sottostante, ma viene finito con una scarica di colpi. Sul posto arrivano i colleghi del giudice assassinato; da Palermo anche l’allora procuratore aggiunto Giovanni Falcone, e…

  • 25 Settembre 1988 Canicattì (PA). Uccisi in un agguato mafioso il magistrato Antonino Saetta e il figlio Stefano

    Antonino Saetta, Presidente della I Sezione della Corte d’appello di Palermo, fu ucciso, insieme al figlio Stefano Saetta, il 25 settembre 1988, sulla strada Agrigento-Caltanissetta, di ritorno a Palermo, dopo avere assistito, a Canicattì, al battesimo di un nipotino. Nel 1985-86, Antonino Saetta fu Presidente della Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta ed è qui che si occupò, per la prima volta nella sua carriera, di un importante processo di mafia, quello relativo alla strage in cui morì il giudice Rocco Chinnici, e i cui imputati erano, tra gli altri, i “Greco” di Ciaculli, vertici indiscussi della mafia di allora, e pur tuttavia incensurati. Il processo si concluse con un aggravamento…

  • 9 maggio 1987 Aosta. È morto suicida Giovanni Selis, 50 anni, pretore di Aosta; non si era mai ripreso da un attentato di cui era stato vittima.

    Giovanni Selis era pretore ad Aosta e stava indagando sul Casinò di Saint Vincent quando un’autobomba distrusse la sua 500, lasciandolo miracolosamente incolume. Giovanni Selis indicò ai magistrati di Milano come possibile movente dell’attentato ai suoi danni, proprio le indagini sulla casa da gioco, e in particolare sull’ambiente dei prestasoldi e il rapporto tra questi e l’Ufficio Fidi. Si uccise alcuni anni dopo, impiccandosi nella sua cantina. Soffriva di un forte esaurimento nervoso, non si era mai ripreso dall’attentato. Era il 9 maggio 1987. (vivi.libera.it)     Fonte: aostasera.it Articolo del 25 ottobre 2015 Il casinò di Saint Vincent tra mafia, depistaggi e casi insoluti Saint-Vincent – Incontro pubblico a…

  • 29 Luglio 1983 Palermo. Strage di Via Pipitone Federico. Persero la vita il magistrato Rocco Chinnici, i Carabinieri della scorta Maresciallo Mario Trapassi e l’ Appuntato Salvatore Bartolotta, ed il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi.

    Rocco Chinnici, capo dell’ufficio istruzione del tribunale di Palermo, è stato ucciso il 29 luglio 1983 con una Fiat 127 imbottita di esplosivo davanti alla sua abitazione in via Pipitone Federico a Palermo, all’età di cinquantotto anni. Ad azionare il detonatore che provocò l’esplosione fu il killer mafioso Pino Greco. Accanto al suo corpo giacevano altre tre vittime raggiunte in pieno dall’esplosione: il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi. In Assise il giudice Antonino Saetta si contraddistinse per le dure pene inflitte ai killer; fu anche lui ucciso, insieme al figlio…

  • 26 Giugno 1983 Torino. Ucciso il Magistrato Bruno Caccia. Indagava sul “Clan dei calabresi” e sui mafiosi catanesi operanti nel Nord Italia.

    Bruno Caccia, procuratore capo a Torino indagava sul “Clan dei calabresi” e sui mafiosi catanesi operanti nel Nord Italia e diede un contributo di fondamentale importanza per contrastare la ferocia del terrorismo. Grazie alla sua opera, la Procura instituì i primi processi ai capi storici di Br e Prima linea. Il lavoro di Bruno Caccia in Procura fece vacillare le basi del dominio malavitoso imperante tra Torino e Provincia. Era un vero uomo delle istituzioni che non si poteva corrompere. La malavita lo sapeva e decise di eliminarlo. Bruno Caccia venne freddato con diversi colpi di pistola sotto casa il 26 giugno del 1983. Domenico Belfiore è stato condannato all’ergastolo…

  • 25 Gennaio 1983 Valderice (TP). Ucciso il Magistrato Gian Giacomo Ciaccio Montalto

    Il 25 Gennaio 1983 a Valderice (TP) venne ucciso il magistrato Gian Giacomo Ciaccio Montalto. Nato a Milano da famiglia trapanese, era entrato in magistratura nel 1970; quando fu ucciso aveva quarant’anni ed era sposato e padre di tre figlie. Nel 1995 le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia (Rosario Spatola, Giacomo Filippello, Vincenzo Calcara e Matteo Litrico) portarono all’identificazione dei responsabili dell’omicidio. Furono condannati all’ergastolo i boss mafiosi Salvatore Riina e Mariano Agate. Il magistrato trapanese venne ucciso su ordine di Totò Riina perché il giudice aveva dato “fastidio” al capo di Cosa nostra. “Fastidi” che erano destinati ad aumentare perché il magistrato stava per essere trasferito, su sua…

  • 21 ottobre 1981 Marsiglia (Francia). Pierre Michel, 38 anni, magistrato francese, indagava sul traffico internazionale di eroina.

    Pierre Michel, 38 anni, Giudice ucciso a Marsiglia il 21 ottobre 1981. Morto perché indagava, anche in collaborazione con i magistrati palermitani, sul traffico internazionale di eroina gestito da Cosa nostra, ma che vedeva coinvolta anche la criminalità organizzata marsigliese. I marsigliesi, infatti, per primi si erano avvicinati al business e avevano i “chimici” e la preparazione per avviare l’industria più redditizia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. (vivi.libera.it)         Fonte:  fr.wikipedia.org Pierre Michel (juge) Pierre Michel, né le 2 juillet 1943 à Saint-Amans-Soult (Tarn) et mort assassiné le 21 octobre 1981 à Marseille (Bouches-du-Rhône), est un juge d’instruction français. Il est, après François Renaud en 1975,…