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23 Gennaio 1990 Monreale (PA). Ucciso l’imprenditore Vincenzo Miceli. Denunciò le estorsioni e non si piegò al pizzo.
Vincenzo Miceli è stato un imprenditore che si era ribellato alle estorsioni mafiose. Per questo motivo nel gennaio 1990 venne ucciso a Monreale, in provincia di Palermo. Il processo per la sua morte, si è concluso con la sentenza in appello il 2 luglio 2003 con la conferma degli ergastoli per gli appartenenti dal clan mafioso di San Giuseppe Jato (PA), accusati dell’omicidio di Miceli e di altri reati. Al processo hanno preso parte anche i familiari di Miceli, costituiti parte civile. Fonte Liberanet.org Fonte Giornale di Sicilia del 23 Luglio 2004 “Le date della memoria“: Denunciò le estorsioni e non si piegò al pizzo. Vincenzo Miceli lavorava…
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4 Maggio 1980 Monreale (PA) Ucciso il Capitano dei Carabinieri Emanuele Basile, impegnato in indagini sulla mafia della zona, soprattutto attraverso accertamenti bancari.
Emanuele Basile, 30 anni, capitano dei Carabinieri, sposato e padre di una bimba di quattro anni fu ucciso dalla mafia il 4 maggio del 1980 mentre passeggiava con la moglie e la sua piccola tra le braccia. Si era impegnato in indagini sulla mafia della zona, soprattutto attraverso accertamenti bancari. Subito dopo l’omicidio furono arrestati i mafiosi Armando Bonanno, Giuseppe Madonia, figlio del capomafia Francesco, e Vincenzo Puccio, che dichiararono di trovarsi nelle campagne di Monreale per un appuntamento galante. Prima assolti, poi condannati all’ergastolo, dopo vari annullamenti da parte della Cassazione, la sentenza definitiva arrivò dopo nove anni dal delitto. Nel frattempo sia Puccio che Bonanno furono uccisi. …
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1 maggio 1947 Monreale (PA). Emanuele Busellini, campiere di 39 anni, fu ucciso dalla banda Giuliano di ritorno dall’avvenuta Strage di Portella della Ginestra.
Emanuele Busellini aveva 39 anni quando il 1° maggio del 1947 venne ucciso dalla banda di Salvatore Giuliano e gettato in una foiba. Quel giorno ebbe la sventura di imbattersi nel gruppo di fuoco che poco prima aveva sparato sulla folla di contadini radunati a Portella della Ginestra. I banditi in fuga passarono da contrada “Presto”, dove si trovava Busellini, che era campiere per conto dei piccoli proprietari del feudo Strasatto. “Giuliano, ben conoscendo la sua correttezza morale e civile, decise di sopprimerlo per eliminare un testimone scomodo”, racconta Francesco Petrotta nel libro “Salvatore Giuliano, uomo d’onore”. Fonte: cittanuove-corleone.net Fonte: misteriditalia.it Il bandito Giuliano La strage di…