1 Agosto 2015 Altamura (BA). Deceduto Domenico Martimucci, 26 anni, calciatore, a seguito delle gravi ferite riportate il 5 marzo nell’ attentato ad una sala giochi, in cui rimasero feriti altri sette ragazzi.

Foto da bari.repubblica.it

Non ce l’ha fatta Domenico Martimucci, il ragazzo altamurano rimasto ferito gravemente nell’attentato alla sala giochi Green Table, della città murgiana, il 5 marzo precedente. Il 27enne, calciatore del Castellaneta, era il più grave degli 8 ragazzi che avevano riportato conseguenze dopo lo scoppio di una bomba piazzata, come rivelato dalle indagini dei Carabinieri, su ordine di Mario Dambrosio, fratello del boss Bartolomeo ucciso in un agguato nel dicembre del 2010. Martimucci, detto “Zidane” come l’ex calciatore juventino, non aveva più ripreso conoscenza dopo l’esplosione. A nulla sono valse le cure dei medici prima al Politecnico di Bari, e poi in una clinica austriaca dove sarebbe stato trasferito nelle ultime settimane, e dove è deceduto. (puntotvonline.it)

 

 

 

Articolo del 1 Agosto 2015 da bari.repubblica.it
Altamura, il calciatore Martimucci è morto a 5 mesi dall’esplosione nella sala giochi
Il 26enne è deceduto nella clinica di Innsbruck, in Austria, dove era stato trasferito per un programma di riabilitazione. Si aggrava la posizione del presunto mandante e dei due presunti esecutori
È morto Domenico Martimucci, il calciatore dell’Acd Castellaneta rimasto gravemente ferito il 5 marzo scorso in un attentato dinamitardo alla sala giochi Green Table di Altamura (Bari). Il 26enne è deceduto nella clinica di Innsbruck, in Austria, dove era stato trasferito cinque giorni fa per un programma di riabilitazione. Martimucci era tra gli avventori del locale. L’esplosione provocò otto feriti.

Martimucci, che dal giorno della tragedia non aveva mai ripreso conoscenza, è il giovane che ha pagato il prezzo più alto nell’esplosione nel quale sono rimasti feriti altri due ragazzi. Uno rischia di perdere l’uso di un braccio, l’altro porta i segni delle ferite sul volto. Con questo decesso si aggrava la posizione del presunto mandante e dei due presunti esecutori, arrestati dai carabinieri il 20 giugno scorso. Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Giuseppe Gatti, Mario D’Ambrosio, fratello del defunto boss Bartolo, avrebbe pianificato l’atto intimidatorio. Il venticinquenne Savino Berardi, invece, avrebbe materialmente piazzato la bomba davanti alla vetrata della sala giochi. Ad accompagnare quest’ultimo in auto, sul luogo dell’attentato, sarebbe stato un ventenne, Luciano Forte, figlio di un poliziotto che non è in servizio in Puglia.

Decisive per le indagini sono state le immagini delle telecamere a circuito chiuso, ovvero il filmato di una Fiat Punto bianca che si allontanava dal luogo della strage. E poi le prime ammissioni di Luciano Forte, l’unico incensurato, che dinanzi ai carabinieri racconta di essersi recato in auto, insieme con Berardi, nella sala giochi Green Table. «Dovevano portare un pacco di droga», farà mettere a verbale, negando di sapere che invece della sostanza stupefacente c’era un ordigno. Adesso è ai domiciliari. Sono in carcere, invece, Berardi e D’Ambrosio, che avrebbe ordinato l’attentato
per “punire” i gestori della sala giochi Green Table, colpevoli a suo dire di aver attratto nel locale avventori che prima erano clienti della sua attività commerciale.

Sulla bacheca Facebook dell’Acd Castellaneta è stata postata una foto del calciatore con la scritta “Vogliamo ricordarti cosi, sempre col tuo sorriso! Ogni parola adesso è solo superflua! Ciao Campione, adesso giocherai in cielo fra gli angeli come te!”.

 

 

 

Foto da baritoday.it

Articolo del 1 Agosto 2015 da  baritoday.it
Altamura, ferito nell’attentato a sala giochi ‘Green Table’: Domi Martimucci non ce l’ha fatta.
Domenico, 26 anni, calciatore del Castellaneta, era rimasto coinvolto nell’esplosione di una bomba piazzata davanti ad un circolo ricreativo della cittadina murgiana a marzo scorso. Si è spento dopo quasi cinque mesi di agonia.

I suoi familiari e amici non avevano mai mollato: tutta la comunità altamurana si era mobilitata, avviando una raccolta fondi per consentire a Domenico di essere trasferito in una struttura riabilitativa all’estero, dove poter ricevere cure specialistiche. Ma Domi Martimucci, purtroppo, non ce l’ha fatta. Si è spento oggi nella clinica austriaca in cui arrivato proprio pochi giorni fa con un volo speciale.

Domi, 26 annI, calciatore dell’Acd Castellaneta – il ‘piccolo Zidane’, così era chiamato dai suoi amici e compagni di squadra – era in coma dallo scorso 5 marzo, quando era rimasto coinvolto nell’attentato alla sala giochi ‘Green table’ di Altamura.: una bomba era esplosa davanti alla saracinesca del locale, e le schegge degli infissi avevano colpito Domi alla testa, ferendo anche altri sette ragazzi.

All’incirca un mese fa, i carabinieri hanno arrestato i presunti mandanti ed esecutori di quel terribile atto. La giustizia farà il suo corso, ma certo non potrà cancellare, nei familiari e in tutta la comunità, il dolore per la morte di Domi.

 

 

 

Foto da santeramolive.it

Fonte:  bari.repubblica.it
Articolo del 14 maggio 2018

Altamura, calciatore morì per l’esplosione nella sala giochi: condannato il mandante

Per il boss Mario D’Ambrosio l’accusa aveva chiesto l’ergastolo. Pena di 18 anni per Luciano Forte che accompagnò il sicario sul luogo della strage

La Corte di Assise di Bari ha condannato alle pene di 30 anni e di 18 anni di reclusione i due imputati nel processo sulla morte del calciatore 27enne Domenico Martimucci, deceduto dopo quasi cinque mesi di coma per le ferite causate dall’esplosione provocata da un ordigno rudimentale piazzato il 5 marzo 2015 in una sala giochi di Altamura.

In particolare il boss Mario D’Ambrosio, fratello del defunto capo clan Bartolo, ritenuto il mandante dell’attentato e attualmente in carcere, è stato condannato alla pena di 30 anni (l’accusa aveva chiesto l’ergastolo). Il 24enne incensurato Luciano Forte che – stando alle indagini dei Carabinieri coordinate dai pm Antimafia Renato Nitti e Giuseppe Gatti accompagnò il sicario sul luogo della strage (attualmente agli arresti domiciliari) – è stato condannato alla pena di 18 anni di reclusione.

Durante la lettura della sentenza, oltre a familiari e amici della vittima, era presente in aula il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Ho detto ai familiari che è stata fatta giustizia di un evento gravissimo con una pena molto rilevante che la Corte di Assise ha ritenuto di applicare in un caso che noi consideriamo drammatico per la nostra comunità. Questo non toglie e non attutisce in nulla il dolore per la morte di Domi”.

I giudici hanno riqualificato le originarie contestazioni di strage, omicidio volontario e otto tentativi di omicidi in omicidio preterintenzionale aggravato, lesioni personali aggravate nei confronti delle sette persone rimaste ferite nell’attentato alla sala giochi e detenzione di esplosivo, tutti i reati aggravati anche dal metodo mafioso.
Alle parti civili – le due sorelle e i genitori di Martimucci, i sette ragazzi feriti la notte dell’esplosione, Regione Puglia e Comune di Altamura – la Corte ha riconosciuto il risarcimento danni da quantificarsi in sede civile con provvisionali immediatamente esecutive fa i 20 mila e i 30 mila euro per ciascuna di esse.

D’Ambrosio, ha ricostruito la Procura, ordinò di piazzare la bomba, 800 grammi di tritolo, “per lanciare un segnale di forza, per reagire al tentativo di altri clan di appropriarsi del business del gioco d’azzardo”, hanno spiegato i pm della Dda Renato Nitti e Giuseppe Gatti. Colui che materialmente avrebbe posizionato l’ordigno, il 28enne Savino Berardi, è già stato condannato con il rito abbreviato a 20 anni di reclusione (pende il processo in Cassazione).

 

 

Altamura, 30 anni al mandante dell’attentato che uccise Domenico Martimucci
Nel marzo 2015 un ordigno rudimentale distrusse una sala giochi: 18 anni all’autista che accompagnò il killer sul luogo della strage

 

 

Fonte:  altamuralife.it
Articolo del 18 settembre 2018
Omicidio di Domi Martimucci, condanna definitiva per Berardi
di Onofrio Bruno
È considerato l’esecutore materiale poiché piazzò l’ordigno al “Green Table”. Per lui 20 anni di carcere

La giustizia presenta il primo conto. È definitiva la condanna a venti anni di reclusione per Savino Berardi, ritenuto dall’accusa l’esecutore materiale dell’attentato al “Green Table” del 5 marzo 2015 in cui ha trovato la morte il calciatore Domenico Martimucci. Venne piazzato un ordigno ad alto potenziale che distrusse la parte retrostante del locale. La Cassazione ha respinto l’appello di Berardi, confermando quindi la sentenza di appello che è stata resa dopo il giudizio che si è svolto con il rito abbreviato (quindi con riduzione della pena).

Per quell’attentato è in corso un altro processo, con rito ordinario, che vede alla sbarra due imputati.

La morte di Domi Martimucci è una pagina nera della storia recente di Altamura tanto che l’associazione “Libera” di don Luigi Ciotti ha iscritto il nome del giovane altamurano nella lista delle vittime delle mafie ed il suo nome viene letto tutti gli anni in piazza durante le giornate della memoria.

Per onorare la memoria di Domi e per promuovere la legalità è molto attiva l’associazione “Noi siamo Domi”, composta da familiari e amici, che attende l’intero corso della giustizia.

 

 

 

Leggere anche:  vivi.libera.it/

1 agosto 2015 – Altamura (BA)
Domenico Martimucci
Era impossibile per Domi pensare a una domenica senza il pallone, impossibile passare una domenica senza lo spogliatoio, impossibile pensare di non soffrire 95 minuti per portare a casa un risultato.

 

 

 

 

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