17 Gennaio 2009 NAPOLI. Ucciso Umberto Concilio, guardia giurata di 28 anni.

Foto da fondazionepolis.regione.campania.it

Umberto Concilio, vigilantes privato in servizio di controllo notturno presso negozi e istituti di credito nella zona del vecchio Tribunale di Napoli, è stato ucciso la notte del 17 gennaio 2009 dopo essere stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Loreto Mare, per le gravi ferite riportate in un agguato.
Dopo i normali controlli, insieme ad un collega, mentre rientra in macchina, due persone a bordo di uno scooter, lo affiancano sparandogli.
Otto colpi ammazzano sul colpo un vigilante, altri sei feriscono gravemente il suo collega.

Fonte: fondazionepolis.regione.campania.it

 

 

Articolo da La Stampa del 19 Gennaio 2009
LA VITTIMA UN GIOVANE DI 28 ANNI, E’ MORTO DOPO SEI ORE DI AGONIA

di Antonio De Lorenzo

Napoli, e’ caccia ai vigilantes Una guardia uccisa per strada, altre sei aggressioni in una notte

NAPOLI Sei aggressioni. Tutte a Napoli nella notte tra sabato e domenica. Un particolare accomuna le vittime: sono guardie giurate. Il caso piu’ grave nel cuore del capoluogo partenopeo. UMBERTO CONCILIO e’ morto nel giorno del suo ventottesimo compleanno dopo un’agonia durata sei ore. Era stato ferito in modo grave in un agguato nel quartiere «casbah» di Forcella. Con un suo collega aveva da poco terminato il giro di controllo in via dei Tribunali quando due giovani in scooter l’hanno affiancato facendo fuoco ripetutamente. Tre proiettili hanno colpito la vittima alla testa, ad un braccio e a una gamba. Solo un ferito, per fortuna lieve, nelle altre aggressioni: ha ingaggiato una colluttazione coi malviventi per metterli in fuga. Tutto inutile. Questi, fino ad ora, i dati certi della vicenda. Il resto e’ mistero, a partire dal movente. Non e’ la prima volta che a Napoli una guardia giurata viene aggredita a scopo di rapina. Il bottino piu’ frequente sono le pistole dei vigilantes, armi potenti che spesso vengono utilizzate negli agguati di camorra. Ma nel caso di Concilio il revolver, insieme al suo portafogli, e’ rimasto sul selciato. Un’esecuzione dunque, che potrebbe portare in calce la firma della criminalita’ organizzata visto il volume di fuoco e la precisione di chi ha premuto il grilletto. Eppure la vittima non aveva frequentazioni «pericolose». Anzi. «Era troppo buono per fare il vigilante», si e’ fatto scappare un collega tra le lacrime. «Era un gran lavoratore, sempre disponibile – spiegano dalla centrale operativa dell’istituto ”La Vigilante”, dove la vittima era in servizio – durante la notte, tra un controllo ed un altro ci portava sempre caffe’ e cornetti. Noi lo sgridavamo, gli dicevamo che non doveva spendere soldi per noi, ma lui continuava a farlo, aveva sempre un pensiero carino per tutti noi». La vittima potrebbe essere stato un testimone inconsapevole: non e’ escluso che durante un giro di controllo abbia potuto vedere qualcuno o assistere a qualcosa. Tanto sarebbe bastato per decretare la sua condanna a morte. Eppure le sei aggressioni in una sola notte sono un particolare che viene attentamente «letto» dalle forze dell’ordine. Come i filmati del sistema di videosorveglianza del Banco di Napoli: potrebbero aver catturato le fasi dell’esecuzione del ventottenne. Altro particolare che aumenta il mistero: dodici anni fa cadeva vittima di un agguato un’altra guardia giurata: come Umberto Concilio lavorava per «La Vigilante» e come il collega aveva appena terminato il suo giro di controllo in quella stessa strada: via dei Tribunali.

 

Articolo del 29 agosto 2013 da  napoli.repubblica.it
Uccise guardia giurata, arrestato a Fiumicino

Manuel Brunetti uccise nel 2009 Umberto Concilio davanti alla filiale del Banco di Napoli di via Tribunali. Condannato a 16 anni, era latitante all’estero

E’ stato arrestato all’aeroporto di Fiumicino dalla polizia, sorpreso e bloccato dagli agenti mentre percorreva il finger che lo aveva riportato in Italia dalla Spagna, il 22enne napoletano Manuel Brunetti, killer di Umberto Concilio, la guardia giurata freddata a Napoli nel 2009.

Secondo gli investigatori, durante la sua latitanza il giovane aveva accresciuto la sua caratura criminale assumendo un potere sempre maggiore all’interno del clan rivale ai Mazzarella, storico egemone del centro di Napoli.

Manuel Brunetti è stato arrestato giovedì mattina al termine di un’articolata indagine, coordinata dalla Dda di Napoli, condotta dagli agenti della Squadra mobile di Napoli, del servizio centrale operativo di Fiumicino.

Pluripregiudicato, Brunetti è stato condannato in secondo grado a 16 anni per omicidio, detenzione e porto abusivo di armi. Su di lui grava un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Repubblica di Napoli e anche un provvedimento di mandato d’arresto in campo internazionale.

La notte del 17 gennaio 2009, poco prima di mezzanotte, Manuel Brunetti, allora 17enne, pistola in pugno, insieme ad un complice in sella a uno scooter, sparò contro due guardie giurate che stavano facendo il giro di ispezione negli istituti bancari del centro di Napoli. L’intenzione era di appropriarsi delle pistole dei due vigilantes.

Umberto Concilio cadde a terra, colpito da tre colpi di pistola, di cui uno mortale alla testa, davanti alla filiale del Banco di Napoli in via dei Tribunali,
poche ore prima della festa per il suo 28esimo compleanno.

L’omicidio venne ripreso in diretta: le immagini delle telecamere di sorveglianza inquadrano l’arrivo dello scooter, il ragazzino che protende la mano e spara, il vigilante che cade a terra, in mezzo al traffico delle auto, all’angolo della via. Il video shock è ancora su Internet.

Le indagini della polizia identificarono il killer come Manuel Brunetti, 17 anni. Arrestato e portato nel carcere minorile di Airola era evaso con due complici dopo aver simulato una rivolta e aver aggredito le guardie penitenziarie.

Arrestato dopo l’evasione, era poi stato scarcerato perché assolto in primo grado dalla Corte d’Assise del Tribunale per i minori, nonostante la Procura avesse chiesto trent’anni di carcere. Gli agenti avevano fornito anche il video registrato dalle telecamere di sorveglianza che avevano filmato alcuni momenti dell’agguato mortale. Il 12 aprile 2012, il secondo grado di giudizio in appello, si conclude invece con una condanna a 16 anni di reclusione. Ma nel frattempo il giovane aveva fatto perdere le sue tracce.

Gli investigatori non hanno smesso di cercarlo, durante la sua latitanza aveva anche accresciuto il suo potere e la sua caratura criminale. Attualmente – spiega la Questura di Napoli – è ritenuto personaggio emergente di un gruppo criminale operante nel comprensorio Forcella-Maddalena, sostenitore di un ambizioso progetto finalizzato al controllo delle attività illecite.

Le informazioni raccolte dal servizio centrale operativo hanno però rintracciato i suoi spostamenti. Gli agenti sapevano che con falsi documenti sarebbe arrivato a Fiumicino da Barcellona. Sapevano su quale aereo. Lo hanno aspettato, bloccandolo, mentre era ancora il tunnel che collega il gate all’aereo, e arrestato.

 

 

 

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