18 giugno 2002 San Severo (FG). Resta uccisa Stella Costa, 12 anni, da proiettili vaganti.

Stella Costa uccisa a San Severo il 18 giugno 2002. Aveva 12 anni.
Uccisa davanti agli occhi della madre da proiettili volanti di una sparatoria. Stella Costa aveva solo 12 anni. Era in strada con la madre per buttare la spazzatura e stava salutando un’amichetta insieme a tanta altra gente: era quasi mezzanotte, ma era una di quelle serate estive molto calde. Aveva appena attraversato la strada per salutare un’amica prima di tornare a casa e all’improvviso è stata travolta dai proiettili.

Fonte: Vittime innocenti di mafia a Foggia

 

 

Foto da: archiviolastampa.it

 

Fonte: archiviolastampa.it
Articolo del 20 giugno 2002
Sparatoria per strada, muore a 12 anni
FOGGIA, TRAGEDIA DURANTE UN REGOLAMENTO DI CONTI
di Anna Langone
Colpita al cuore davanti alla madre, fermato il killer

FOGGIA Fino a due giorni fa Stella Costa era una bambina che si preparava a festeggiare il suo dodicesimo compleanno, adesso è un corpicino freddo in una bara bianca. Di lei rimane il sangue sul marciapiede, coperto da mazzi di rose, in via Milano, dov’è morta per caso, l’altra sera, uccisa da un proiettile vagante. Già fermato il presunto responsabile dell’omicidio, un ragazzo di 18 anni.

È martedì sera, sono passate da poco le 23 nella zona periferica di San Severo, paesone del Tavoliere noto per il buon vino ma anche per essere crocevia della droga. Anna Costa deve portare fuori la spazzatura, chiede alla figlia Stella di accompagnarla. La bimba esce in quella stradina dove passeggiano tante amichette e in pochi minuti si consuma la tragedia: un’ombra sguscia dal buio e spara sei colpi di pistola nella direzione opposta, nel tentativo di colpire due ragazzi in motorino. Stella, che sta attraversando la strada per salutare un’amica, si trova sulla traiettoria degli spari: un proiettile la colpisce alle spalle e fuoriesce all’altezza del cuore. La madre assiste impotente, si precipita urlando in aiuto della figlia. Arriva anche il marito Francesco e i genitori abbracciano disperatamente quel corpo che ancora palpita, ma l’ambulanza troverà Stella già senza vita.

Fermato, poche ore dopo, il presunto responsabile dell’omicidio (mentre gli inquirenti sarebbero già sulle tracce di un complice): è Giuseppe Anastasio, 18 anni, riconosciuto da due testimoni. In base ai primi rilievi, il giovane avrebbe sparato sei colpi di pistola calibro 9 nel tentativo di colpire un rivale (per fatti legati alla criminalità locale o per motivi passionali) che in quel momento era su un ciclomotore. È stato il sostituto procuratore presso il Tribunale di Foggia, Ugo Miraglia Del Giudice, a disporre il fermo di Anastasio, dopo alcune ore di interrogatorio durante il quale il ragazzo si è sempre difeso; «Ero con i miei famigliari – ha detto -. Passeggiavo in un’altra strada del paese».

Terribili le sequenze della sparatoria, ancora fissate nello sguardo atterrito di Katia, una delle amichette di Stella che l’hanno vista morire. «Molte persone hanno cercato di nascondersi dietro le macchine e nei portoni quando hanno sentito gli spari – ha detto la bambina -. Anch’io sono scappata appena ho sentito sparare. Ho visto cadere Stella, volevo avvicinarmi, ma mi hanno allontanato».

Piange incredula anche Michela: «Stella aveva già fatto gli inviti per il suo compleanno, domenica. Non posso credere che non la vedrò più». E il fratello diciassettenne della vittima, con lo sguardo perso dietro gli occhiali, si dispera: «Ci vuole la pena di morte per quelli lì».

Stella era iscritta alla scuola media Giovanni XXIII ed era stata promossa in seconda a pieni voti. I suoi compagni si sono riuniti in preghiera in classe, mentre il parroco della sua chiesa, don Giovanni Pistillo, ha ricordato una Stella sempre allegra, sorridente, come appare nella foto della prima comunione.

Figlia di una casalinga e di un operaio, Stella era una bambina vivace: aveva l’hobby della pallavolo e, il sabato e la domenica, passeggiava con le amichette in via Milano, lì dov’è morta, a pochi passi da casa. Il sindaco di San Severo, Giuliano Giuliani, ha proclamato per oggi il lutto cittadino. Domani, dopo l’autopsia, si terranno i funerali.

Per oggi il prefetto di Foggia Fabio Costantini ha convocato il Comitato per l’ordine pubblico e, sempre in giornata, quattro rappresentanti dell’amministrazione comunale di San Severo saranno ricevuti dal sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano. Stella è solo l’ultima di una lunga serie di «morti per caso», molti dei quali minori.

 

 

 

Fonte: archivio.unita.news
Articolo del 20 giugno 2002
Stella uccisa da una pallottola vagante
di Alessandro Benvenuto
La ragazzina dodicenne era in strada con la madre, a San Severo in provincia di Foggia. Colpita mentre correva incontro ad un’amica.
Fermato un giovane di 18 anni, avrebbe sparato sei colpi contro due persone in motorino.

SAN SEVERO (Foggia) A San Severo come altrove. Una serata, come molte, di questa estate già caldissima con il piacere di passeggiare anche in ora tarda per incontrare amici o conoscenti. Ma a San Severo –  chissà se come altrove – alle 23,30 di martedì, il danno e la beffa di una tragedia intollerabile.

È morta qualche giorno prima di compiere dodici anni, Stella Costa, dopo aver frequentato la seconda media alla sua “Giovanni XXI-II”. «Era sempre sorridente e scherzava con tutti – racconta il parroco don Giovanni Pistillo – Frequentava l’oratorio ed era un piacere guardarla e sentirla parlare per la giovialità e l’amore che aveva verso gli altri».

È morta lasciando il padre, un operaio della Ditta Valleverde e un fratello più grande di tre anni. È morta davanti agli occhi della madre, una casalinga di 43 anni dal nome Anna, scesa per buttare i sacchetti dell’immondizia nel cassonetto, a pochi passi dalla loro abitazione, in un vicoletto che si affaccia sulla via Milano di un quartiere semiperiferico di San Severo.

È morta perché era nel posto sbagliato al momento sbagliato: per raggiungere un’amica a pochi metri di distanza si è trovata lungo la traiettoria di una pistola calibro 9, che di lì a pochi secondi avrebbe sparato sei volte. Sei falliti tentativi per colpire presumibilmente due ragazzi su un motorino alle sue spalle.

Decine di persone hanno cercato di nascondersi dietro le automobili e nei portoni, così come l’amica Katia che era insieme a Stella: «Sono fuggita al primo sparo – ricorda – perché ho avuto paura. Quando ho visto cadere a terra la mia amica ho cercato di avvicinarmi, ma un gruppo di persone me lo ha impedito».

Una di quelle pallottole è entrata nel suo corpo perforandole un polmone e l’intera regione sternale prima di riuscire e cadere al suolo, da dove Stella è stata poi raccolta insieme agli altri bossoli, dai carabinieri e dai poliziotti accorsi in tempi celeri.

È morta in un’ambulanza che stava tentando una corsa disperata agli Ospedali Riuniti di Foggia, dove i suoi genitori la stavano aspettando per vincere una lotta che avrebbero perso, insieme a una città stordita da un evento imprevedibile eppure al tempo stesso annunciato.

«Dopo questo episodio ci poniamo un problema di vivibilità», sostiene la vicepreside della scuola di Stella, Enza Maiorano: «visto quello che è accaduto, come mamma ora sono spaventata e ho paura di passeggiare per strada con i miei figli».

E che fosse annunciato lo ha ricordato Pietro Folena in un’interrogazione urgente inviata al Ministro dell’Interno Claudio Scajola, in cui si richiede l’intervento immediato in Puglia della Commissione antimafia: «Il gravissimo e doloroso episodio costituisce l’ennesima prova di una situazione dell’ordine pubblico nella città di San Severo (e per la verità nell’intera provincia di Foggia) assai pericolosa e di certo non sotto controllo». Che non sussistesse una «questione-sicurezza» a San Severo era invece opinione del dirigente del locale commissariato di P.S. Giuseppe Solimene che proprio qualche giorno fa, in polemica con una pubblica denuncia  emersa durante un comizio dei parlamentari Francesco Bonito e Lello Di Gioia e dei consiglieri regionali del centro-sinistra Dino Marino e Arcangelo  Sannicandro  –  tutti  eletti  in Capitanata  -,   era  intervenuto con una dura dichiarazione per ribadire che non vi era alcuna necessità di un intervento più incisivo per contrastare  la  criminalità  già «sotto il fermo controllo dell’autorità costituita».

E proprio al locale commissariato di via Sabotino si è svolto ieri il lunghissimo interrogatorio del diciottenne presunto assassino, Giuseppe Anastasio, fermato su provvedimento del sostituto procuratore presso il tribunale di Foggia, Ugo Miraglia Del Giudice. Il giovane è stato riconosciuto nella tarda mattinata di ieri da testimoni presenti sul luogo che ne hanno dato una descrizione dettagliata e grazie ai quali è stato possibile ricostruire la dinamica del fallito agguato, di cui non ancora si conoscono motivi e obiettivi.  Il suo difensore, avvocato Matteo Starace ha detto di attendere fiducioso gli esiti delle altre indagini: i familiari e il giovane gli avrebbero assicurato che al momento dell’omicidio erano tutti insieme in un posto diverso da quello del delitto.

«San Severo non è una città di delinquenti e assassini – ha affermato il sindaco Giuliano Giuliani alla guida della coalizione di centro destra – il fenomeno della malavita organizzata è stato molto limitato negli ultimi anni grazie all’intenso lavoro delle forze dell’ordine, ma è evidente che periodicamente assistiamo inermi ad eventi di estrema ed inaudita gravità». Su convocazione del Prefetto di Foggia Fabio Costantini si riunirà oggi il Comitato per l’ordine pubblico, mentre una delegazione del consiglio comunale di San Severo sarà ricevuta dal ministro degli Interni Claudio Scajola. Intanto nella città è stata proclamata una giornata di lutto cittadino.

 

 

 

Fonte: lanuovasardegna
Articolo del 20 giugno 2002
Uccisa a 12 anni per uno sbaglio Foggia, la bimba fulminata da un proiettile esploso da tre giovani forse per un regolamento di conti. La polizia ferma un diciottenne
di Ilaria Ficarella

FOGGIA. Il proiettile l’ha attraversata da parte a parte, perforandole un polmone e il cuore. Non c’è stato scampo per la piccola Stella Costa, solo 12 anni, uccisa ieri per errore da un colpo di pistola esploso durante uno scontro a fuoco fra tre giovani nel centro di San Severo, in provincia di Foggia. L’ennesima morte di una piccola innocente avvenuta in Puglia. Poco meno di un anno fa, un altro ragazzo, Michele Fazio, di 16 anni, fu ucciso per sbaglio durante un regolamento di conti nel borgo antico di Bari. La ragazzina è stata coinvolta in un agguato che sarebbe stato compiuto, è l’ipotesi principale degli inquirenti, da un muratore di 18 anni, Giuseppe Anastasio, già sottoposto a provvedimento di fermo, contro altri due coetanei. All’origine dell’agguato non ci sarebbe un regolamento di conti fra componenti della malavita, come ipotizzato in un primo momento.

Anastasio, incensurato, pare volesse punire un suo rivale in amore. Proprio su questo elemento starebbero lavorando gli inquirenti anche grazie alle testimonianze dei conoscenti di Giuseppe Anastasio, conosciuto in paese per essere un ragazzo tranquillo e un lavoratore. Nella tarda serata fra martedì e mercoledì, Stella era appena uscita con la mamma per andare a gettare le buste dell’immondizia dopo cena, intorno alle 23.30. Mentre la donna attraversava la strada e si dirigeva verso il cassonetto della spazzatura, la piccola si è fermata all’angolo di fronte a un cortile per parlare con la sua migliore amica Catia. È stato un attimo. Dall’altra parte del cortile di via Milano, poco distante da casa dei Costa, è cominciata d’improvviso una sparatoria. Per la via, una strada centrale del paese in provincia di Foggia, c’erano una quindicina di persone. Fra queste, un giovane che ha esploso sei colpi di pistola, una calibro 9, mirando contro altri due ragazzi a bordo di un motorino.

Al rumore dei colpi esplosi, tutte le persone hanno cercato riparo nascondendosi dietro le auto parcheggiate. Mentre Catia, la ragazzina con cui Stella Costa stava parlando, già al suono del primo sparo è fuggita, la piccola vittima non ha avuto il tempo di muoversi: un proiettile l’ha colpita alle spalle fulminandola. La mamma, che in un primo momento non era riuscita a capire cosa stesse accadendo lungo la via, si è voltata verso la figlia e l’ha vista riversa sul marciapiede. La donna, avvicinandosi, ha cominciato a gridare: «Cos’è successo? Sei caduta? Alzati». Solo quando è arrivata davanti al corpo della bambina, solo quando l’ha presa fra le braccia ha capito che per sua figlia c’era ormai poco da fare.

Stella è stata soccorsa immediatamente e accompagnata all’ospedale cittadino, dove però è giunta già morta. Sul luogo dell’agguato costato la vita a una bambina di 12 anni che l’anno prossimo avrebbe frequentato la seconda media e che tutti in paese descrivono come una bambina modello, la prima della classe, sono giunti carabinieri e agenti di polizia che hanno raccolto subito le prime testimonianze delle persone che hanno assistito. Così si è giunti al nome di Giuseppe Anastasio, il diciottenne fermato ieri mattina e interrogato per tutta la giornata. Per gli inquirenti – le indagini sull’omicidio sono condotte dal sostituto procuratore del tribunale di Foggia, Ugo Miraglia Del Giudice – è lui quasi certamente l’autore dell’agguato. Anastasio è stato per ora sottoposto a provvedimento di fermo.

 

 

 

Fonte: ricerca.repubblica.it
Articolo del 21 giugno 2002
San Severo, lite di gelosia dietro l’ omicidio di Stella
di Cristina Zagaria
A poche ore dalla morte della piccola Stella Costa si scioglie il giallo della sparatoria di via Milano. Giuseppe Anastasio avrebbe sparato sei colpi di calibro 9 contro un rivale in amore. Voleva vendicarsi perché, martedì pomeriggio, la moglie del rivale avrebbe rinfacciato pubblicamente alla sua compagna il tradimento. Ma purtroppo un proiettile vagante ha ucciso la ragazzina che era per strada con la mamma. “Non è pensabile che i giovani vadano in giro armati quasi come per gioco” ha detto ieri monsignor Seccia ai funerali.

Si sono affrontate, insultate e ci mancava poco che si acciuffassero per capelli, nella piazza centrale di San Severo. La gelosia di due donne ha rivelato a tutto il paese un tradimento: quello della compagna di Giuseppe Anastasio, il diciottenne fermato per l’omicidio della piccola Stella Costa. E sarebbe stata proprio questa scenata a scatenare la folle reazione di Anastasio, che, martedì notte, poche ore dopo la lite, avrebbe voluto vendicarsi dell’uomo che gli aveva «rubato» la compagna e, soprattutto, di quell’ affronto pubblico. Un agguato passionale, organizzato in fretta e che è costato la vita alla bambina di 12 anni che quella sera in via Milano si era fermata a salutare un’ amichetta.

In molti in paese hanno assistito alla lite tra le due donne e l’hanno collegata alla sparatoria in via Milano. «Una accusava l’altra di avergli rubato il marito – racconta un ragazzo – e giù insulti e minacce». Ma non è solo una voce di popolo. A confermarla è il questore di Foggia, Domenico Masi: «Attraverso l’interrogatorio dei testimoni è emerso che il movente riguarda un litigio tra donne, gestito tra uomini che non si sono affidati alla giustizia ma che si sono fatti giustizia da sé. Questo, ovviamente, ci amareggia ancora di più». Ieri, poi, è arrivata anche la lunga confessione del 25enne, vero obiettivo dell’agguato, l’uomo cioè che avrebbe «rubato» la donna di Anastasio. Il venticinquenne subito dopo la sparatoria in via Milano era sparito. Ieri però i carabinieri lo hanno rintracciato e interrogato a lungo. Le sue dichiarazioni sono state fondamentali per confermare le tesi dell’ accusa. Altra figura chiave di questa tragica vicenda è il fratello maggiore di Giuseppe: avrebbe accompagnato il killer in motorino per le vie di San Severo per stanare il «rivale» in amore da punire. Il ragazzo è stato ascoltato mercoledì dalla polizia e ieri dai carabinieri. Il pm che coordina le indagini interforze, Ugo Miraglia Del Giudice, non si sbilancia. Ma l’atmosfera che si respira nella caserma di via Foggia e in commissariato è di soddisfazione.

C’è ancora del lavoro da fare, testimoni da sentire, dichiarazioni da incrociare. Manca ancora, per esempio, l’arma del delitto, una calibro 9 per 21. Secondo indiscrezioni, però, entro le prossime 24 ore ci dovrebbe essere un secondo fermo. Ormai gli investigatori hanno scartato definitivamente la prima ipotesi di un regolamento di conti tra malavitosi. Il numero dei colpi – sei – sparati all’impazzata e la testimonianza del venticinquenne hanno lasciato in piedi solo la pista del tentato delitto passionale. E mentre carabinieri e polizia lavorano sul versante investigativo, il prefetto di Foggia, Fabio Costantini, dopo l’appello del sindaco, ha inviato nel paese dei rinforzi. Ieri la cittadina era blindata. Anche se i cittadini non hanno accolto bene questa novità: «È solo un’operazione di facciata – dice il barista di piazza cattedrale – Rimarranno qui per una settimana o un mese e poi tutto tornerà come prima.

San Severo è una cittadina che grazie all’artigianato del legno poteva diventare la Cantù del meridione. E invece la criminalità ci sta distruggendo. Siamo un paese destinato a morire». Ma il sindaco Giuliano Giuliani, non vuole dimenticare. «Una lapide sarà scoperta in una piazza centrale di San Severo per non dimenticare l’omicidio di Stella Costa. Tutti noi abbiamo bisogno di ricordare giorno dopo giorno la povera Stella – ha detto – e quanto è accaduto, perché da queste tragedie bisogna trarre la forza per migliorare». Giuliani ha voglia di fare, di dimostrare che il Comune è presente. Sta già pensando anche di intitolare la via dove è avvenuto l’omicidio a Stella. E ha offerto alla famiglia Costa di pagare tutte le spese del funerale. Ma Franco Costa e sua moglie Anna ancora non hanno dato una risposta. «Anna non accetterà mai – dice una zia di Stella – non vuole l’elemosina del Comune. Siamo una famiglia rispettabile. Ci hanno ucciso la nostra bambina e ora nessuno può fare niente. Alla piccola Stella ci pensiamo noi, perché per lei ci vuole il meglio».

 

 

 

Dal libro: Dead Silent  Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018 di Robin Pickering Iazzi University of Wisconsin-Milwaukee, rpi2@uwm.edu