26 Ottobre 2010 Casoria (NA). In un conflitto a fuoco con dei rapinatori restano uccisi Gerardo Citarella e, morirà in seguito il 5 novembre, Pino Lotta, guardie giurate.

Gerardo Citarella: Foto da sindacatoguardiegiurate.myblog.i

Il 26 ottobre 2010, durante un agguato alla filiale Unicredit di Casoria, perde tragicamente la vita il vigilante Gerardo Citarella di Nocera Inferiore, e viene gravemente ferito il collega Giuseppe Lotta, residente a Scafati. Secondo gli investigatori, intorno alle 10,30, un commando di 5-6 banditi armati di kalashnikov segue il blindato portavalori che preleva contante dalla filiale Unicredit di via Guglielmo Marconi. I malviventi entrano in banca, armi in pugno, a seguito delle guardie giurate. Citarella e Lotta reagiscono ed i malviventi fanno fuoco.
Durante il conflitto è ferito anche un cliente che è in coda allo sportello, Antonio Caputo di 44 anni.
Fortunatamente, mentre gli aggressori si allontanano con una borsa piena di denaro, un terzo vigilante, alla guida del portavalori, riesce a rifugiarsi nella vicina caserma dei carabinieri.
Citarella muore all’istante. Lotta e Caputo sono trasportati all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Caputo, ricoverato al pronto soccorso, ha riportato una lesione a un arto inferiore. Per il vigilante, invece, il quadro è più complicato: ha riportato lo spappolamento della gamba destra, e diversi fori di entrata e uscita alla regione destra della gabbia toracica, con coinvolgimento dell’apice polmonare. Ha inoltre una lesione ad una vertebra lombare.
Dieci giorni dopo l’agguato, il 5 novembre 2010, anche Giuseppe Lotta perde la vita.
Fonte:   fondazionepolis.regione.campania.it

 

 

 

Articolo del 27 Ottobre 2010 da  corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Far West in banca, commando spara: un morto e due feriti nel Napoletano
di Stefano Piedimonte§
Casoria, banditi all’interno una filiale dell’Unicredit.
Colpiti anche un cliente in fila e una guardia giurata.

NAPOLI – Assalto sanguinario all’interno di una filiale Unicredit: un morto e due feriti il bilancio della sparatoria tra guardie giurate e malviventi a Casoria (Napoli). L’agguato era rivolto a un blindato portavalori, ma si è poi consumato all’interno dell’istituto di credito.

LA DINAMICA – Ancora frammentaria la ricostruzione. Secondo gli investigatori, intorno alle 10,30, un commando di 5-6 banditi armati di kalashnikov aveva seguito un blindato portavalori che prelevava contante dalla filiale Unicredit di via Guglielmo Marconi. I malviventi sono così entrati in banca, mitra in pugno, a seguito delle guardie giurate.

IL CONFLITTO A FUOCO – I vigilantes hanno reagito al criminale blitz, ma i banditi hanno sparato con selvaggia ferocia uccidendo una delle guardie (numerosi i bossoli accanto al suo corpo), Gerardo Citarella, 43enne di Nocera Inferiore, padre di due figli, ferendo un secondo vigilantes, Giuseppe Lotta, 39 anni, e un cliente che era in coda allo sportello, Antonio Caputo, 44 anni. Il terzo vigilantes, quello alla guida del portavalore, si è rifugiato nella vicina caserma dei carabinieri.

BORSA CON IL DENARO – Mentre gli aggressori si allontanavano a bordo di un’auto e un furgoncino con una borsa piena di denaro – il bottino è al momento non ancora quantificabile – scattava l’allarme. Sul sanguinoso agguato sono all’opera i carabinieri della compagni di Casoria (capitano Gianluca Migliozzi) che hanno già predisposto alcuni posti di blocco e stanno controllando le telecamere di sorveglianza della banca.

CONDIZIONI DEI FERITI – I due uomini sono stati trasportati all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Caputo, ricoverato al pronto soccorso, ha riportato una lesione a un arto inferiore: le sue condizioni non sono gravi. Per il vigilantes, invece, il quadro è più complicato. Lotta è stato ricoverato in rianimazione, ed è attualmente in camera operatoria. Ha riportato lo spappolamento della gamba destra, e diversi fori di entrata e uscita alla regione destra della gabbia toracica, con un probabile coinvolgimento dell’apice polmonare. Ha inoltre una lesione ad una vertebra lombare: i medici effettueranno un’ulteriore tac per avere riscontri più precisi. Condizioni gravi (ma non in pericolo di vita): riservata la prognosi.

IL RACCONTO DEL CLIENTE FERITO – «Sono entrati in banca a volto scoperto, e un attimo dopo uno di loro mi ha sparato alla gamba. Ho pensato che sarei morto ma poi sono riuscito a trascinarmi nel bagno e ho chiuso la porta a chiave». È il racconto di Antonio Caputo, commerciante di vini di Casoria. «Ero allo sportello – ricorda Caputo pochi minuti dopo l’intervento per la ferita alla gamba sinistra – ho sentito che stava accadendo qualcosa e mi sono voltato. A quel punto, senza che io avessi aperto bocca, uno dei rapinatori mi ha sparato alla gamba. Sono caduto a terra, ho superato lo spavento e ho cominciato a trascinarmi verso il bagno. Dall’interno della toilette sentivo le urla che venivano dal salone della banca, sono rimasto chiuso dentro fino a quando non ho sentito il silenzio, a quel punto sono uscito e i rapinatori erano andati via». Caputo ha subito un lungo intervento all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli per la ricostruzione del muscolo della gamba colpito dal rapinatore.

LUNEDI’ AD AFRAGOLA – Similitudini, tante, tra il «colpo» messo a segno lunedì mattina ad Afragola (Napoli), e quello di Casoria. Stessa violenza, stesso modo di agire: forse solo un caso o forse c’è dietro lo stesso commando. Ieri, al pari di oggi, la banda è riuscita a portare via i soldi. Pochi ad Afragola, 10mila euro.

 

 

 

Articolo del 27 Ottobre 2010 da metropolisweb.it
Pino Lotta in Rianimazione. Grave la ferita al torace

E’ stato il primo a finire nel mirino del commando che ha fatto irruzione nell’agenzia Unicredit di Casoria, il primo ad accasciarsi sotto la pioggia di fuoco, il primo a finire a terra in una pozza di sangue. Pino Lotta aveva tra le mani i sacchi pieni di contanti da caricare nel portavalori, era per questo l’obiettivo principale dei rapinatori trasformatisi poi in killer.
Così come non è successo per il suo collega Gerardo Citarella, a lui il giubbotto antiproiettile ha salvato la vita, limitato i danni comunque notevoli. I medici parlano di “situazione grave”, e fino a notte fonda non sciolgono la prognosi. Ora il 39enne nato a Torre Annunziata ma residente a Scafati da molti anni, è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Giovanni Bosco, tenuto sotto stretto controllo dopo una lunga operazione iniziata pochi minuti dopo il suo arrivo al pronto soccorso.
Dopo l’agguato, Pino Lotta non è mai tornano cosciente, e ciò che preoccupa di più è la ferita al torace. Le pallottole lo hanno colpito anche alla gamba destra e alla vertebra lombare, ed proprio rispetto a quest’ultima ferita i medici dicono che è ancora presto per valutarne le conseguenze. L’intervento è durato molte ore, fino alle 18, poi il silenzio dei camici bianchi. Nemmeno i familiari hanno voglia di parlare. Chiedono tranquillità, perché è un momento di dolore e di angoscia. Sua moglie Pasqualina è seduta all’esterno del reparto di rianimazione, con lei altri parenti, in attesa di una notizia positiva da parte dei medici. Il 39enne di Scafati non ha figli, aveva iniziato a lavorare presso la Ipervigile nel 2004 ed ora anche i suoi colleghi sono in ansia. Ieri, era di turno sul furgone portavalori, racconta uno dei suoi amici alla società di vigilanza. Anche ha atteso tutta la mattinata all’esterno della sala operatoria, ed anche lui prega perché Pino “torni presto con noi”. Quel territorio è particolarmente a rischio, “A Casoria quest’anno ci sono state 5 tentativi di rapina, noi ne abbiamo sventati un paio. Se prendono questi signori, devono buttare la chiave. Ma mica funziona così. Oggi erano tre i nostri sul posto, e c’era anche Pino”. La prima cosa che faceva, quando usciva col portavalori, “era indossare il giubbotto antiproiettili”. Portava i soldi “ed era perfettamente in grado di farlo, aveva tutti i requisiti”. Secondo il collega “questi erano strafatti, in genere le rapine non finiscono così. Non conviene neanche a loro. I criminali sanno che se uccidono qualcuno rischiano l’ergastolo. Con una rapina a mano armata, si rischia molto meno; anzi diciamolo, quasi nulla”.

 

 

 

Articolo del 28 Ottobre 2010 da  ricerca.repubblica.it
Caccia al commando dei kalashnikov
di Antonio Di Costanzo

HANNO già colpito. Almeno altre dieci volte. Sempre nell’ area a Nord di Napoli. Ne sono convinti i carabinieri di Castello di Cisterna che indagano sul sanguinoso assalto compiuto martedì scorso ai danni di un portavalori a Casoria. Gli investigatori, guidati dal capitano Michele Meola, hanno analizzato accuratamente gli ultimi colpi avvenuti e in almeno dieci casi ci sarebbero analogie con quello costato la vita al vigilante Gerardo Citarella e nel quale sono rimasti feriti un collega della vittima, Giuseppe Lotta, ancora in prognosi riservata e un cliente della banca, Antonio Caputo, imprenditore di 42 anni. Un’ analogia su tutte ha colpito gli investigatori: l’ efferatezza dimostrata dai banditi. Criminali pronti a sparare all’ impazzata senza preoccuparsi del rischio di compiere una strage. Ma la violenza dimostrata non è l’ unico dettaglio che lega il raid alla banca Unicredit di Casoria con gli altri assalti compiuti in zona recentemente. In comune ci sono anche le armi usate: potenti fucili a pompa e kalashnikov. Anche il numero di banditi sarebbe identico agli altri 10 raid sui quali si è soffermata l’ attenzione dei carabinieri di Castello di Cisterna. Ad agire sarebbe una batteria di criminali violenti e spietati che non sarebbe in organico ai clan della camorra che, anzi, vedrebbe di malocchio colpi di questo genere che non farebbero altro che attirare l’ attenzione delle forze dell’ ordine. Ma questo, comunque, non esclude che ci siano punti di contatto tra alcuni membri del gruppo e la malavita organizzata. Anche se l’ idea di fondoè che ad agire, a Casoria come in precedenti rapine, siano stati dei “cani sciolti” pronti a tutto pur di impossessarsi del bottino. E ieri era ancora fortissimo il dolore tra i dipendenti dell’ Istituto Ipervigile per l’ omicidio: «Lo conoscevo bene- spiega un vigilantes impegnato nella sala operativa – un ragazzo di cuore, un amico. Siamo distrutti, possiamo solo sperare che siano catturati al più presto». Anche una collega dell’ ufficio amministrativo non sa darsi pace per quanto avvenuto: «Sono distrutta, non fatemi parlare ho il cuore a pezzi. Non sappiamo niente, stiamo aspettando sviluppi dalle indagini». Intanto, non sarà necessario svolgere l’ autopsia per Citarella per il quale si effettuerà soltanto un accertamento cadaverico e i funerali dovrebbero essere svolti tra oggi e domani.

 

 

 

Articolo del 5 Novembre 2010 da  casoria.napolitoday.it
Assalto al portavalori di Casoria: Pino Lotta è morto
Pino Lotta è morto: fu ferito nell’assalto al portavalori di Casoria

La guardia giurata fu trasferita al San Giovanni Bosco dove poi è deceduto. Il fatto si verificò lo scorso 26 ottobre all’interno della filiale della banca Unicredit: perse la vita il vigilantes Gerardo Citarelli

A quasi dieci giorni dal tragico assalto, si è spento all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli Pino Lotta, la guardia giurata di 32 anni di Scafati rimasta gravemente ferita nella sparatoria verificatasi a Casoria.

Il 26 ottobre scorso, durante l’assalto ad un portavalori, perse la vita un altro vigilantes, il 43enne Gerardo Citarelli. Il fatto si verificò in via Gugliemo Marconi, all’interno della filiale della banca Unicredit.

Ferito gravemente, Lotta fu trasferito al San Giovanni Bosco dove é deceduto oggi. Nel raid, che fruttò circa 120mila euro, fu ferito anche un passante in maniera non grave

 

 

 

 

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