7 Giugno 2000 Bari. Uccisa da un proiettile vagante Maria Colangiuli, casalinga.

Maria Colangiuli, 70 anni, di Bari, è la vittima innocente di un regolamento di conti. È morta il 7 giugno del 2000, dopo essere stata ferita da uno dei colpi di pistola sparati da appartenenti a clan rivali del quartiere San Paolo, alla periferia cittadina, mentre si trovava sul balcone della propria abitazione al terzo piano, intenta a preparare la cena all’interno di un cucinino.

 

 

Articolo del Corriere Della Sera del’8 Giugno 2000
Bari: casalinga vittima innocente di un regolamento di conti
È successo nel quartiere San Paolo: stava preparando la cena sul balcone  Spari tra bande, donna muore
di Roberto Buonavoglia
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ari: casalinga vittima innocente di un regolamento di conti

BARI – Uccisa sul balcone della sua abitazione, al terzo piano, da un proiettile vagante sparato durante un regolamento di conti fra bande rivali: così è morta ieri sera Maria Colangiuli, una casalinga di 70 anni che abitava nel quartiere San Paolo di Bari.
È un’ altra vittima innocente della guerra tra clan che da anni ormai insanguina il capoluogo pugliese.

Ecco come sono andati i fatti: la donna stava preparando la cena all’interno di un cucinino posto in una veranda sul balcone del suo appartamento, in via degli Abruzzi. Il proiettile vagante sarebbe passato attraverso le finestre aperte della veranda colpendola al fianco e ledendole gli organi vitali. Maria Colangiuli si è accasciata sul pavimento ed è stata soccorsa dalla figlia che era con lei in casa. Subito è stata trasportata al vicino ospedale San Paolo dove è morta pochi minuti dopo il ricovero.

Gli sparatori nel frattempo si erano dileguati per le vie del quartiere. È il secondo omicidio a Bari nel giro di poche settimane, il quarto degli ultimi mesi: l’allarme è altissimo. La cronaca descrive una catena pressoché ininterrotta di violenze. Secondo gli investigatori, a Bari è in atto una lotta senza quartiere per il predominio nei traffici degli stupefacenti, soprattutto delle grandi «partite» di droga in arrivo dai Balcani.

Lo scorso 11 marzo, in un circolo ricreativo, Giuseppe Grandolfo, disoccupato di 39 anni era stato ucciso per errore durante una sparatoria: la sua unica colpa era stata quella di trovarsi sul luogo del regolamento di conti, fra pensionati che giocavano a carte o bevevano un bicchiere di vino.

Poche settimane prima, il 13 febbraio, Angelo Caricola, incensurato nipote di un boss era stato ucciso per una vendetta trasversale: con gli affari dei clan non c’entrava per nulla.

Il 14 febbraio, due contrabbandieri erano stati freddati tra la folla a colpi di mitraglietta, da un killer che aveva sparato all’ impazzata senza curarsi dei passanti.

E ancora: il 17 gennaio, una passante viene ferita di striscio a un fianco durante un agguato a un giovane pregiudicato, nella città vecchia; nell’aprile 1998, in una furibonda sparatoria in pieno centro, con l’uso anche di mitragliatori «Kalashnikov» e «Skorpion», vengono ammazzati tre uomini, tre boss della malavita, e ferite due donne che si trovano con loro, raggiunte dalle schegge dei proiettili. Solo per puro caso un bambino, che in quel momento è fra le braccia della mamma, viene risparmiato.

Non passano due mesi, e in giugno, nella notte di san Giovanni, tre donne passano in una piazza del borgo vecchio. C’ è molta gente, si passeggia fra le bancarelle, come vuole un’ antica tradizione cittadina si festeggia il santo. Improvvisamente, le tre donne si trovano in mezzo a una grandinata di proiettili: l’obiettivo dei killer, un pregiudicato, è proprio vicino alle passanti, e queste ultime finiscono all’ospedale in gravissime condizioni.

Secondo le prime indagini, anche la tragedia di ieri sera si inquadra in una faida della malavita. Con ogni probabilità, visti i precedenti del quartiere San Paolo, ad affrontarsi sono stati gruppi dei due clan «nemici storici», i Montani e i Diomede. Secondo un’altra ipotesi, la sparatoria potrebbe anche essersi accesa fra componenti di uno stesso clan, quello dei Diomede.

Maria Colangiuli non sapeva nulla di tutto questo. I malviventi hanno cominciato a sparare proprio sotto il suo portone, al numero 1 della via. Colpi secchi, fiammate nel buio. Prima ancora che potesse mettersi al riparo, la donna è stata raggiunta da quell’unico proiettile che è stato fatale.

Da gennaio a oggi sei mesi di sangue
16 GENNAIO Una passante di 42 anni, Anna Di Mario, viene ferita di striscio durante un agguato a un giovane pregiudicato nel Borgo antico di Bari.
13 FEBBRAIO Un’ altra sparatoria nel centro: muore Angelo Caricola, 28 anni, incensurato. Era nipote di un boss, ma con gli affari del clan non aveva nulla a che fare .
14 FEBBRAIO Agguato sul lungomare: assassinati tra la folla due contrabbandieri, Nicola Cassano, 45 anni, e Vito Marzulli, 48, entrambi di Bari, tre i feriti.
11 MARZO In un circolo ricreativo di Bari i sicari sparano all’ impazzata, uccidendo per errore Giuseppe Grandolfo, 39 anni: stava giocando a carte.

 

 

 

Articolo del 8 Giugno 2000 da  repubblica.it
Sparatoria in strada a Bari uccisa donna su un balcone
Maria Colangiuli aveva 70 anni ed è stata raggiunta da colpi provenienti da una resa di conti tra clan rivali

BARI – Una donna di 70 anni, Maria Colangiuli, di Bari, è morta ieri sera dopo essere stata ferita da uno dei colpi di pistola sparati da appartenenti a clan rivali del quartiere San Paolo, alla periferia cittadina. La vittima – secondo la ricostruzione dell’accaduto resa nota dalla Polizia – si trovava sul balcone della sua abitazione al terzo piano, intenta a preparare la cena all’interno di un cucinino, quando per strada alcuni giovani hanno cominciato a sparare e altri hanno risposto al fuoco.

Gli sparatori avrebbero usato almeno due armi, un fucile calibro 12 e una pistola calibro 9. Ed è stato un colpo del fucile, entrato da una finestra aperta, ad uccidere l’anziana, raggiunta a un fianco. Il proiettile ha leso l’arteria femorale e i medici del vicino ospedale San Paolo, dove Maria Colangiuli è stata trasportata, non hanno potuto far nulla per arrestare l’emorragia. Un altro proiettile è andato a conficcarsi nella parete esterna dell’appartamento sottostante a quello della vittima. Proprio le modalità della sparatoria – secondo gli inquirenti – denotano la ferocia dei gruppi criminosi che si contendono il controllo delle attività illecite nella zona.

 

 

Fonte: borderline24.com
Articolo del 15 ottobre 2017
Bari, un proiettile vagante la uccise sul balcone: 17 anni senza giustizia per una casalinga del San Paolo
di Vincenzo Damiani
Un altro cold case, un omicidio irrisolto a Bari che vi raccontiamo. La 70enne è una vittima innocente della guerra tra clan che, in quegli anni, portava sangue e morte nel quartiere. Ecco come andarono i fatti.

Sette giugno del 2000, una casalinga di 70 anni è sulla sua veranda, al rione San Paolo, per preparare la cena per la famiglia. La donna vive al terzo piano, sembra una serata qualunque ed invece…. Un proiettile vagante esploso a casaccio dalla strada la raggiunge: Maria Colangiuli non si salverà, morirà appena giunta in ospedale uccisa incolpevolmente e casualmente durante un regolamento di conti fra bande criminali del rione a nord di Bari.
L’articolo continua sotto alla pubblicità

Sono ormai trascorsi oltre 17 anni, ma chi ha sparato quel colpo non è stato mai individuato e arrestato. La 70enne è una vittima innocente della guerra tra clan che, in quegli anni, portava sangue e morte nel quartiere. Ecco come andarono i fatti: la donna stava preparando la cena all’ interno di un cucinino posto in una veranda sul balcone del suo appartamento, in via degli Abruzzi. Il proiettile vagante passò attraverso le finestre aperte della veranda colpendola al fianco e ledendole gli organi vitali. A soccorrere la donna fu la figlia che era in casa con lei, ma la corsa all’ospedale San paolo fu inutile.

Dei criminali che diedero vita all’inseguimento in auto e moto e alla sparatoria si persero le tracce. Gli investigatori seguirono la pista della guerra tra due clan, quello dei Montani e quello dei Diomede ma non riuscendo mai a stabilire con certezza l’identità dei killer.

 

 

 

Fonte:  bariviva.it
Articolo del 22 settembre 2018
Un giardino in ricordo di Maria Colangiuli, vittima innocente della guerra tra clan
La donna morì colpita da un proiettile vagante in casa sua, approvata la delibera dal Municipio III

Era la sera del 7 giugno 2000 quando Maria Colangiuli trovò la morte a causa di un proiettile vagante. E ieri, a 18 anni di distanza, il Municipio III ha approvato una delibera attraverso la quale intitolare uno dei giardini che si stanno realizzando di fronte la sede dello stesso Municipio alla donna vittima innocente di una guerra non sua.

Una brutta storia quella della 70enne, vittima innocente della guerra tra clan. Quella sera di 18 anni fa, la signora Maria era in casa sua, sul balcone della sua abitazione al terzo piano all’interno di un cucinino intenta a preparare la cena per la sua famiglia. Un gesto normale che quella sera divenne una tragedia, perché in via Degli Abruzzi quella sera si scatenò l’inferno. All’improvviso alcuni giovani iniziarono a sparare, altri risposero al fuoco. Un colpo di fucile calibro 12 entrò nella casa di Maria da una finestra aperta e la colpì ad un fianco. La donna fu portata di corsa all’ospedale del San Paolo, ma il proiettile aveva lesionato l’arteria femorale e i medici non poterono fare nulla per salvarla.

E ora, per ricordare per sempre a tutti l’inutilità e l’insensatezza di certe situazioni, un giardino ricorderà a tutti il nome di Maria Colangiuli, prima che possa essere dimenticata.

«Al Consiglio di Municipio ho chiesto di approvare una delibera a mia firma che desse inizio al processo di intitolazione di uno dei giardini che si stanno realizzando in questi giorni di fronte la sede del Municipio in memoria di Colangiuli Maria – dichiara il presidente del Municipio III, Massimo Spizzico – In tanti si chiederanno chi è la signora Maria Colangiuli? Sono ormai trascorsi oltre 17 anni, ma chi ha sparato quel colpo verso la signora Maria Colangiuli non è stato mai individuato e arrestato. La 70enne è una vittima innocente della guerra tra clan che, in quegli anni, portava sangue e morte nel quartiere. Fu proprio lì nella sua casa, nel posto più sicuro dove ogni mamma protegge i suoi figli che la signora Maria fu ferita a morte. In quei giorni fu coinvolta tutta la comunità del quartiere San Paolo che scese in strada e fece una lunga fiaccolata. Con l’approvazione della delibera di Consiglio, non restituiremo giustizia a quella brutale morte, ma vogliamo ricordare la signora Maria come la mamma di tutti, ed è per questo che in sua memoria daremo il nome ad un giardino del quartiere»

 

 

 

 

Foto da: facebook.com/borrometi.paolo

Fonte:  facebook.com/borrometi.paololaspia.it
Post del 7 giugno 2020

È la fine più atroce, non solo uccisa ma soprattutto dimenticata.
Per vent’anni non si è parlato di Lei. Oggi, dopo vent’anni, è arrivato il momento di ridarLe almeno la memoria.
Lei è Maria Colangiuli. È una casalinga di Bari e, pensate, quella maledetta sera del 7 giugno del 2000 era nel posto più sicuro: casa sua. Anzi, ancor più precisamente, era in veranda a fare un gesto che tante donne e uomini fanno a quell’ora: preparare la cena per la famiglia. Purtroppo una cena mai iniziata perché Maria fu uccisa sul colpo da un proiettile vagante che le entrò in testa dalla finestra. Uno dei tanti proiettili esplosi durante un inseguimento tra bande mafiose nelle strade del suo quartiere.
Qualche commentatore si limitò a dire: “Si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Poi solo tanto silenzio.
No, va ribaltata questa narrazione. Stare a casa propria e preparare la cena non è “trovarsi nel posto sbagliato”. I mafiosi non sono mai stati arrestati per questo omicidio. E Lei, Maria Colangiuli, se ne andò quella sera di inizio estate.
Oggi rompiamo quel silenzio, facendola conoscere. A tutti.
Paolo Borrometi

 

 

 

 

 

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