• 19 Marzo 2006 San Nicandro Garganico (FG). Giorgio Palazzo, 18 anni, ucciso da un pacco bomba.

    Giorgio Palazzo, un ragazzo di 18 anni è stato ucciso da un pacco bomba indirizzato al padre. È accaduto a Sannicandro Garganico, nel Foggiano, il 19 marzo del 2006. Giorgio, figlio di un noto gioielliere del paese, è morto mentre veniva trasportato in ospedale a San Severo. L’esplosione del plico ha ferito gravemente la madre. Un pacco simile era stato recapitato anche a un amico meccanico, ma non è scoppiato: mentre apriva la busta, l’uomo ha visto spuntare fili elettrici e ha buttato via l’involucro. In questa storia la mafia non c’entra. È una storia di gelosie ma la vicenda ha suscitato nella cittadinanza, soprattutto tra i giovani di Sannicandro,…

  • 24 settembre 2004 Locri (RC). Muore in ospedale Massimiliano Carbone, 30 anni, a seguito delle ferite riportate nell’agguato mafioso del 17 settembre. La famiglia ancora in attesa del riconoscimento della verità e di giustizia.

    Massimiliano Carbone morì all’ospedale di Locri, il 24 settembre del 2004, a seguito delle ferite riportate in un agguato mafioso avvenuto pochi giorni prima, il 17 settembre. Aveva 30 anni ed  aveva avuto una storia con una donna sposata e più grande di lui. In pochi sapevano però che il figlio di quella donna era anche figlio di Massimiliano. Era nato quando Massimiliano aveva 25 anni. Il giovane era pronto ad assumersi le sue responsabilità, ma la donna non volle, preferendo continuare a far finta di nulla. A un certo punto, Massimiliano decise di uscire allo scoperto rivendicando la sua paternità per via legale. Ma qualcuno evidentemente volle evitare clamori.…

  • 15 Ottobre 1976 Torino. Adriano Ruscalla, Imprenditore 51enne, rapito non se ne è saputo più nulla.

    Il 15 Ottobre 1976 a Torino viene rapito Adriano Ruscalla, imprenditore 51enne, appartenente a una famiglia di noti costruttori. Quattro banditi hanno fatto irruzione all’interno dell’ufficio vendite di un cantiere in corso Telesio Impresario, pistole in pugno, hanno afferrato la vittima e l’hanno trascinata fuori caricandola su un’Alfetta – Testimoni del rapimento (il quindicesimo in Piemonte) una donna e il titolare di un’officina: hanno visto l’impresario dibattersi e lo hanno sentito urlare. Mai più tornato a casa, nonostante i parenti avessero pagato un riscatto di mezzo miliardo di lire.       Articolo di La Stampa del 16 Ottobre 1976 Impresario sequestrato da quattro armati Alle 18,15, all’interno dell’ufficio vendite…