• Lucca Sicula (AG). Il 21 aprile 1992 fu ucciso l’imprenditore Paolo Borsellino e il 17 Dicembre suo padre Giuseppe Borsellino che stava collaborando per l’arresto degli assassini del figlio.

    Il 21 aprile del 1992 Paolo Borsellino, imprenditore di Lucca Sicula (AG), venne ucciso dai killer di Cosa nostra che non erano riusciti a piegarlo alle proprie richieste. Il padre, Giuseppe, si presentò davanti ai magistrati e fece nomi e cognomi dei mandanti e degli assassini di suo figlio, facendo così anche in modo che gli inquirenti potessero ricostruire gli intrecci tra mafia, affari e politica nell’area lucchese in quel periodo; ma il coraggio di Giuseppe non venne ripagato dallo Stato che non era lì a difenderlo il 17 dicembre del 1992, quando venne assassinato. Meno di otto mesi dopo la scomparsa del figlio.           Fonte…

  • 29 Agosto 1991 Palermo. Assassinato Libero Grassi ”imprenditore, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall’omerta’ dell’associazione degli industriali, dall’indifferenza dei partiti e dall’assenza dello Stato”

    Libero Grassi, imprenditore di Palermo, fu ucciso il 29 agosto 1991 da cosa nostra per aver intrapreso un’azione solitaria contro una richiesta di pizzo. Aveva avuto il coraggio di opporsi alle richieste del racket uscendo allo scoperto, denunciando gli estorsori. La sua condanna a morte arrivò con la pubblicazione sul Giornale di Sicilia di una lettera sul suo rifiuto a cedere ai ricatti e proseguì in televisione, intervistato da Michele Santoro a Samarcanda su Rai 3, e anche dalla giornalista tedesca Katharina Burgi della svizzera Neue Zürcher Zeitung (NZZ Folio) colpita dal suo comportamento positivo volto a denunciare i mafiosi. Libero Grassi fu lasciato solo nella sua lotta contro la…

  • 3 agosto 1991 Orta di Atella (CE). Ucciso in un agguato Antonio Belardo, imprenditore. Vittima del racket delle estorsioni.

    Il 3 agosto del 1991, Antonio Belardo, mentre percorreva il corso Atella a bordo della sua auto Golf, veniva raggiunto da numerosi colpi da arma da fuoco, esplosi presumibilmente da individui a bordo di un’altra autovettura non identificata. Le indagini furono archiviate perché gli autori del reato rimasero sconosciuti. Antonio Belardo era un imprenditore e poche settimane prima del suo omicidio, insieme ad alcuni altri imprenditori, aveva denunciato alcuni episodi estorsivi, per cui l’omicidio potrebbe essere stato commesso per punire la sua ribellione al pizzo. Il 14 marzo 2018 i familiari della vittima hanno presentato richiesta di riapertura delle indagini presso la Dda di Napoli, dalle quali potrebbero emergere novità…

  • 24 Maggio 1991 Siderno (RC). Uccisione di Domenico Archinà, industriale dell’olio e proprietario di una emittente televisiva.

    A Siderno, uno dei più grossi centri della Locride, Domenico Archinà, 45 anni, viene ucciso a colpi di pistola il 24 maggio 1991, accanto all’azienda di cui è proprietario. Un commando ha affiancato la sua Mercedes fulminandolo. Domenico Archinà, importante industriale dell’olio di oliva, possedeva anche una televisione privata, non aveva precedenti né, secondo gli investigatori, era mai stato «chiacchierato» per rapporti di ‘ndragnheta. Nel 2012 un collaboratore dichiarò che fu ucciso per errore: uno scambio di persona.       Articolo da La Stampa del 26.05.1991 Agguato mortale contro il re dell’olio di Diego Minuti LOCRI. Un altro omicidio «eccellente» ha insanguinato la Calabria. La nuova vittima della spirale…

  • 14 Settembre 1990 Foggia. Ucciso Nicola Ciuffreda, imprenditore edile di 53 anni. Vittima del racket.

    Nicola Ciuffreda, imprenditore edile di 53 anni fu ucciso a Foggia il 14 settembre del 1990. Una punizione esemplare per essersi rifiutato di pagare il racket delle estorsioni. Il primo ucciso dopo quattro imprenditori che negli ultimi mesi erano stati “avvertiti” con gambizzazioni ed ordigni nei negozi, programmati per esplodere durante l’orario di chiusura. “Dietro l’escalation di violenza (questo è il quarto omicidio in meno di un mese) c’è senz’altro la saldatura fra malavita locale e criminalità di zone limitrofe, quel miscuglio esplosivo che ha fatto definire la Puglia una «regione ragionevolmente a rischio» dall’alto commissario Sica.” (La Stampa del 15 settembre 1990).       Articolo di La Repubblica…

  • 11 Giugno 1990 Grotteria (RC). Ammazzati in un agguato gli imprenditori edili Nicodemo Panetta, di 37 anni, e Nicodemo Raschellà, di 41 anni. Vittime del racket.

    11 Giugno 1990 Grotteria (RC). Ammazzati in un agguato gli imprenditori edili Nicodemo Panetta, di 37 anni, e Nicodemo Raschellà, di 41 anni. “Aveva osato accusare e lo chiamavano cadavere ambulante: sfidare le cosche, o più semplicemente difendersi dalla ‘ndrangheta facendo nome e cognome di chi ti tartassa, da queste parti significa sottoscrivere la propria condanna a morte. Nicodemo Panetta, 37 anni, piccolo imprenditore edile di Grotteria, un paesino della locride, lo sapeva e viveva nell’incubo, viaggiando su un’auto blindata (la sua bara da vivo, diceva) e facendosi vedere poco in luoghi esposti. Dei soprusi non ne poteva più. Anni fa gli avevano fatto saltare i mezzi della propria impresa,…

  • 23 Gennaio 1990 Monreale (PA). Ucciso l’imprenditore Vincenzo Miceli. Denunciò le estorsioni e non si piegò al pizzo.

    Vincenzo Miceli è stato un imprenditore che si era ribellato alle estorsioni mafiose. Per questo motivo nel gennaio 1990 venne ucciso a Monreale, in provincia di Palermo. Il processo per la sua morte, si è concluso con la sentenza in appello il 2 luglio 2003 con la conferma degli ergastoli per gli appartenenti dal clan mafioso di San Giuseppe Jato (PA), accusati dell’omicidio di Miceli e di altri reati. Al processo hanno preso parte anche i familiari di Miceli, costituiti parte civile. Fonte Liberanet.org     Fonte Giornale di Sicilia del 23 Luglio 2004 “Le date della memoria“: Denunciò le estorsioni e non si piegò al pizzo. Vincenzo Miceli lavorava…

  • 21 Dicembre 1989 Bianco (RC). Rapito il florovivaista Vincenzo Medici, 64 anni. Il suo corpo non sarà mai ritrovato.

    Vincenzo Medici, 64 anni, proprietario, insieme al fratello Filippo, di un’azienda florovivaistica di Bianco (RC), un’azienda considerata all’avanguardia e che dava lavoro a molte persone della zona, fu rapito il 21 dicembre del 1989, mentre era al lavoro, da quattro uomini armati e mascherati. Con questo rapimento lo Stato inaugurò la linea dura bloccando tutti i beni della famiglia per impedire il pagamento del riscatto, un intervento che forse chiuse ogni spiraglio di trattativa. Di lui la sua famiglia non ha saputo più nulla, il suo corpo non è mai stato ritrovato. Dopo pochi anni l’azienda fu chiusa.       Tratto da “Dimenticati Vittime della ‘ndrangheta” di Danilo Chirico…

  • 6 Novembre 1989 Grumo Nevano (NA). Ucciso Pasquale Miele, giovane imprenditore di 28 anni. Vittima del racket.

    Pasquale Miele era un giovane imprenditore emergente di appena 28 anni; insieme al padre e ad altri due fratelli, conduceva un piccolo laboratorio di abbigliamento, sistemato proprio accanto alla sua abitazione.  Quel 6 Novembre del 1989 sembrava essere un sera come tante altre ma il temporale che si abbatté sul piccolo paesino di Grumo Nevano (NA) in quelle ore pareva preannunciare ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Pasquale Miele si trovava  nella sua casa, insieme alla sua famiglia, sentendo alcuni   rumori si avvicinò alla finestra, aprendo leggermente le imposte e rimanendo fermo dietro al davanzale, ma proprio in quel momento i killer aprirono il fuoco ad altezza d’uomo…

  • 14 Febbraio 1989 Niscemi (CL). Ucciso Francesco Pepi, titolare di un’industria conserviera, “per i suoi no al racket”

    Francesco Pepi, titolare di un’industria conserviera, venne ammazzato in pieno centro di Niscemi (CL) il 14 febbraio del 1989 “e nessuno vide”. Giovane mezzadro, Pepi aveva comprato terre e poi, per primo in paese, macchinari. Aveva inventato un ingegnoso sistema per la produzione di peperoni arrostiti, pomodori seccati, melanzane, carciofi. Aveva fondato «la fabbrica», la Paic Sud, era socio di società del nord Italia, aveva contatti con i mercati generali di Roma, vendeva a grossi marchi come Ortobuono e la Arimpex di Pescara gli aveva commissionato un Tir di carciofi arrostiti alla settimana. Francesco Pepi, persona generosa che aiutava sempre chi si trovava nel bisogno, fu ucciso perché si era…