• 21 Novembre 1988 Palermo. Resta ucciso Michele Virga nell’agguato al boss di Misilmeri, con cui era in auto.

    Michele Virga, 52 anni, venne ucciso a Palermo il 21 novembre 1988 da proiettili diretti a Giovanni Amato (patriarca di Misilmeri). Michele Virga, ex vigile urbano che da qualche anno gestiva un autosalone, è morto perché si trovava in auto con lui.           Fonte:  archivio.unita.news Articolo del 22 novembre 1988 Un boss e  il suo  autista  massacrati tra  la  folla Oggi  sindacato  in piazza di Francesco Vitale La mafia uccide a Palermo  PALERMO. La mafia torna a seminare morte e paura a Palermo. Sotto i colpi dei sicari cadono un boss, Giovanni Amato, 67 anni, padrino di Misilmeri e il suo autista Michele Virga, 57 anni,…

  • 11 giugno 1988 Torino. Uccisa Michela Ansaldi Paolino, 16 anni. Testimone in una guerra tra bande catanesi.

    Erano appena usciti da una birreria, Michela Ansaldi Paolino, 16 anni, la sua amica 17enne A. M. e i giovani pregiudicati Roberto Caserta, 27 anni, ed il fratello Maurizio, 35 anni, quando sono stati bersagliati da numerosi colpi di pistola. I fratelli Caserta e Michela sono morti sul posto mentre la sua amica è rimasta gravemente ferita. Mesi dopo le indagini stabilirono che i due fratelli avevano litigato all’interno del locale con i proprietari ma che sono stati poi crivellati di colpi da altre persone, estranee alla prima lite, che li stavano attendendo all’esterno.     Fonte: L’Unità Articolo del 13 giugno 1988 Sparatoria a Torino, 3 morti e un…

  • 8 agosto 1986 Messina. Ucciso Gregorio Fenghi, 28 anni impiegato delle ferrovie dello Stato in servizio a Cuneo, era in vacanza a Messina da qualche giorno. Fu ucciso perché in compagnia del cognato, vero obiettivo dell’omicida.

    Gregorio Fenghi, 28 anni impiegato delle ferrovie dello Stato in servizio a Cuneo, era in vacanza a Messina da qualche giorno. Fu ucciso perché in compagnia del cognato, vero obiettivo dell’omicida. Venne ucciso l’8 agosto del 1986 nei pressi della chiesa di San Clemente insieme al cognato ed ex poliziotto Corrado Parisi, che era uno dei 95 imputati nel maxiprocesso alle quattro cosche mafiose messinesi, il vero obiettivo del killer, affiliato al clan Costa, all’epoca rimesso in libertà da appena una settimana per decorrenza del termini di custodia cautelare. Fenghi aveva appena 28 anni e non c’entrava nulla con la criminalità organizzata, era un onesto impiegato delle Ferrovie dello Stato…

  • 31 Gennaio 1986 Piana Degli Albanesi (PA). Assassinato Giuseppe Pillari, bracciante di 50 anni, perché testimone di un omicidio.

    Giuseppe Pillari, 50 anni, bracciante, è stato ucciso a colpi di lupara e di pistola automatica il 31 gennaio 1986 a pochi chilometri da Piana degli Albanesi (Palermo), in località Guadalani, dentro un casolare di proprietà di un commerciante di pelli e coltivatore diretto, Salvatore Tortorici, vero bersaglio dell’agguato. Il lavoratore, secondo le indagini, è stato soppresso per non avere testimoni. (Fonte: osserbari.files.wordpress.com)     Ringraziamo per l’aiuto  amicidilibera.blogspot.it 31 gennaio 1986 Giuseppe Pillari ucciso in un casolare a Piana degli Albanesi perchè testimone dell’omicidio di Salvatore Tortorici Fonte: Memoria Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie Ed. Abele 2015 Il libro realizzato da Libera – Associazioni, nomi, e numeri…

  • 1 maggio 1985 Mammola (RC). Annunziata Ferraro, 16 anni, resta uccisa in una strage che coinvolse altre persone.

    Annunziata Ferraro, Mammola (RC). Non vogliono lasciare testimoni i killer che hanno ammazzato a colpi di fucile a canne mozze Annunziata. Così il 1° maggio 1985 a Mammola si compie una vera e propria strage. E nell’attentato in cui cade il pregiudicato Salvatore Ferraro vengono uccisi anche il contadino Pasquale Sorbara e la giovane Annunziata Ferraro, di solo 16 anni. Secondo gli inquirenti, dietro la strage c’è la famiglia Sorbara, che ha subito in precedenza un rapimento, per cui era stata arrestata Rosa Mercuri, cognata dello stesso Salvatore Ferraro. Fonte:  Sdisonorate.pdf     Fonte:  archivio.unita.news Articolo del 3 maggio 1985 Un sequestro all’origine della strage di Mammola di Filippo Veltri…

  • 7 gennaio 1982 San Giorgio a Cremano (NA). Assassinata Annamaria Esposito, 33 anni, titolare di un bar. Forse testimone di un omicidio.

    Annamaria Esposito, 33 anni, era titolare di un bar in via Sant’Anna, a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli. Il 7 gennaio 1982 due killer a volto coperto fanno irruzione nel locale e uccidono Annamaria con decine di colpi di pistola. Muore poco dopo il suo ricovero in ospedale per la gravità delle ferite riportate a soli 33 anni. Due giorni prima, proprio in quella zona, era stato ucciso il camorrista Giuseppe Vollaro, esponente della Nuova Famiglia. Non si esclude che la donna avesse visto in volto gli autori del delitto e che per questo sia stata in seguito uccisa. Fonte: vivi.libera.it Fonte:  fondazionepolis.regione.campania.it La storia di Annamaria…

  • 14 Marzo 1948 Corleone (PA). Giuseppe Letizia, 13 anni, fu testimone dell’omicidio di Placido Rizzotto, morì tre giorni dopo il ricovero nell’ospedale diretto da Michele Navarra, mandante dell’omicidio di Rizzotto.

    Giuseppe Letizia (Corleone, 1935 – Corleone, 14 marzo 1948) è stato un giovane pastore, vittima della mafia. All’età di 13 anni assistette all’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto, ucciso il 10 marzo 1948 da Luciano Liggio, luogotenente di Michele Navarra, capomafia di Corleone. La notte in cui avvenne il delitto, Giuseppe Letizia era nelle campagne corleonesi ad accudire il proprio gregge. Il giorno seguente fu trovato delirante dal padre, che lo condusse all’ospedale Dei Bianchi diretto da Navarra. Lì, il ragazzo, in preda di una febbre alta, raccontò di un contadino che era stato assassinato nella notte. Curato con un’iniezione, morì ufficialmente per tossicosi, sebbene si ritenga che al ragazzo possa…

  • 16 maggio 1920 Bolognetta (PA). Assassinato Castrense Ferreri, arciprete del paese, testimone di un omicidio.

    L’arciprete di Bolognetta Castrenze Ferreri, fu gravemente ferito intorno alle ore 23 del 16 maggio, mentre se ne stava seduto davanti la porta della sua abitazione. Morì a seguito delle ferite poche ore dopo, non prima di aver riconosciuto il suo assassino e denunciatolo. Secondo la ricostruzione del quotidiano Sicilia Nuova, Serafino Di Peri, pregiudicato per vari reati contro la persona, già consigliere comunale, fratello dell’ex-sindaco Michelangelo Di Peri, capo della cosca che dominava Bolognetta, «per avere la supremazia e comandare la organizzazione del proprio paese faceva uccidere la sera del 20 dicembre 1919 il proprio compare Benigno Michelangelo», e di conseguenza nei mesi successivi anche i «testimoni incomodi» Castrense…