27 Marzo 1994 Locri (RC) Uccisa Maria Teresa Pugliese, moglie di un medico pediatra, ex sindaco di Locri.

Maria Teresa Pugliese, era una casalinga di 54 anni. Venne uccisa il 26 marzo 1994 a Locri. Il marito, Domenico Speziali, era un pediatra molto noto nell’intera Calabria ed era stato sindaco di Locri. Le indagini permisero di appurare che la morte della donna non fu casuale e che invece i killer agirono con il preciso obiettivo di ucciderla.  (Fonte:  vivi.libera.it )

 

 

Articolo del Corriere della Sera del 28.03.94
L’agguato di Locri: non è stato un errore dei killer, volevano proprio uccidere la signora
di Carlo Macrì

LOCRI (Reggio Calabria) . Non è stato un errore dei killer. Il commando che ha sparato contro Maria Teresa Pugliese, 54 anni, moglie dell’ ex sindaco di Locri, Domenico Speziali, 67 anni, aveva il compito di uccidere. Cade la prima ipotesi investigativa invocata dagli inquirenti subito dopo l’agguato. I recenti attentati contro la famiglia Speziali da parte del racket delle estorsioni (l’ultimo il 23 gennaio quando alcuni individui hanno dato fuoco a una autovettura della donna) avevano fatto pensare che l’intenzione dei sicari fosse quella di “intimidire” Domenico Speziali, noto e stimato pediatra di Locri. Sabato sera, Maria Teresa Pugliese e il marito Domenico Speziali, fratello dell’attuale cassiere della Banca d’ Italia, stavano uscendo per partecipare a una cena al Rotary. Il professionista aveva già preso posto sull’autovettura posteggiata di fronte alla villa di famiglia. La moglie si era attardata in casa. Stava per uscire, quando, improvvisamente, due giovani in sella a una moto si sono avvicinati all’ingresso della abitazione. È stato un attimo. La moto ha rallentato la corsa, il killer ha estratto da sotto il giaccone il fucile a canne mozze, la classica lupara, e ha fatto fuoco per due volte. Poi l’improvvisa accelerazione del conducente. La fuga. “Ho pensato – ha detto il professionista – a uno scoppio di mortaretti. Ho visto Maria Teresa a terra e ho pensato che fosse svenuta dalla paura. Soltanto quando ho visto il suo viso insaguinato, mi sono reso conto di cosa fosse successo”. Una notte di rilievi e una serie di accertamenti da parte della polizia e dei carabinieri ha sciolto ogni dubbio. I sicari non potevano non accorgersi della presenza della donna sugli scalini di casa. Il pianerottolo era illuminato, così come l’ intera zona. E poi, se fosse stato un avvertimento, la presenza del marito della vittima avrebbe potuto far rinviare l’operazione. I “soldati della ‘ndrangheta” hanno colpito volutamente sfidando anche il pericolo di possibili incontri con auto civetta della polizia o le radiomobili dei carabinieri in servizio nel vicino tribunale. Il botto sordo della lupara ha richiamato l’attenzione dei militari che sorvegliano l’area circostante il palazzo di giustizia. Sono stati loro i primi ad accorrere sul posto dell’agguato. Ma perché uccidere la donna? E ancora: chi era a conoscenza dei movimenti della coppia che solo all’ultimo momento aveva deciso di partecipare alla cena rotariana? Ieri mattina a Locri si è tenuto un vertice operativo coordinato dal procuratore della Repubblica Rocco Lombardo. “Un fatto allarmante che pone ancora una volta all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale il livello di pericolosità raggiunto dalla situazione dell’ordine pubblico a Locri”. La famiglia Speziali è considerata un ceppo di nobili tradizioni. Maria Teresa Pugliese era originaria di San Ferdinando di Rosarno, il padre era un farmacista e apparteneva all’alta borghesia della piana di Gioia Tauro.
Domenico Speziali è invece originario di Sant’Ilario dello Jonio. È considerato un ottimo medico pediatra e in passato è stato anche impegnato politicamente. Per qualche anno ha ricoperto la carica di sindaco della città , in rappresentanza della Dc. Alcune incomprensioni all’interno dell’ex partito dello scudocrociato e un attentato per fini amministrativi lo avevano allontanato dalla politica attiva. La coppia ha tre figli, Francesca, 29 anni, sposata, avvocato civilista del foro di Locri; Luigi e Felice, studenti. Una famiglia al di sopra di ogni sospetto. Chi, allora, e perché ha deciso di uccidere Maria Teresa Pugliese? Eppoi, perché l’agguato è stato portato a termine proprio sotto casa, in una zona molto frequentata. I killer avrebbero potuto agire in circostanze più favorevoli. Se erano così informati delle abitudini della coppia, avrebbero, per esempio, potuto aspettare i coniugi al rientro dalla cena, oppure agire in una zona isolata, quale quella dell’Hotel President, l’hotel dove si teneva la cena del Rotary. Invece no, i sicari hanno spavaldamente voluto dare un segnale. Ma che tipo di segnale? Domenico Speziali ha ripetutamente detto agli inquirenti di non sapersi spiegare i motivi dell’omicidio della moglie. Ha negato di aver mai ricevuto richieste estorsive

 

 

 

Articolo del 28 marzo 1994  da ricerca.repubblica.it
‘ L’ OBIETTIVO ERA PROPRIO LA MOGLIE DELL’ EX SINDACO’

LOCRI – Il sicario arrivato in motorino l’ha freddata mentre usciva di casa. Tragico errore, giurano a Locri, fatalità. Eppure l’esecuzione ripete tecniche di delitti mafiosi. E il procuratore di Locri aggiunge: “Il dato sicuramente certo è che il bersaglio era la signora”. Morte inspiegabile quella di Maria Teresa Pugliese, 48 anni. È stata uccisa con un colpo di lupara. Un colpo secco, preciso. Stava uscendo per andare a una cena del Rotary, assieme al marito, noto pediatra, persona stimata, il dottor Domenico Speziali, che fu sindaco di Locri in una breve stagione amministrativa, otto anni fa. L’ avevano deciso all’ ultimo momento di andare a Siderno, all’ Hotel President, ha raccontato il marito: come faceva il killer a trovarsi pronto e sparare? E’ sconvolta la gente di Locri che porta solidarietà a casa Speziali, famiglia della ricca borghesia (il fratello del pediatra da sette anni è cassiere centrale della Banca d’ Italia e la sua firma sta sulle banconote con quella del governatore). Nessuno crede che la signora Maria Teresa, impegnata nell’ associazionismo femminile, potesse avere nemici capaci di decidere la sua fine. Ma le indagini sono appena agli inizi e vi sono direttamente impegnati il capo della squadra mobile Mario Blasco e il responsabile della sezione locrese Filippo Bonfiglio. Il sostituto procuratore Bruno Muscolo sta cercando uno spiraglio, uno spunto che aiuti a dipanare l’ ingarbugliata matassa investigativa. C’ è intanto il racconto del marito su quei terribili momenti in cui la tragedia si è consumata: “Ero già seduto in macchina, stavo per inserire la chiave nel quadro di accensione. Ho sentito un colpo sordo, mi sembrava un petardo. Sono sceso dalla macchina e in quel momento ho visto un ragazzo in motorino che andava via. Ho notato allora mia moglie, per terra, pensavo che avesse avuto un malore. E invece…”. Invece la signora Maria Teresa era morta all’ istante. Il dottor Speziali non ha visto altro. Da dove è sbucato l’ assassino, dove si nascondeva? L’ indagine vedrà di chiarire i tanti misteri. Si cerca di individuare, intanto, uno straccio di movente. Minacce niente, sostiene il medico, pressioni neppure. Richieste estorsive? No, proprio no. Questo delitto diventa un rompicapo. Ha le caratteristiche esecutive del delitto di mafia, la vittima e la famiglia della vittima, dicono tutti, non potevano essere però obiettivo della mafia. Anche perché il dottor Speziali è un uomo che gode di stima generale, che ha grande prestigio personale. Per questo era sembrato strano un episodio accaduto di recente: un paio di mesi fa l’ auto della signora Maria Teresa venne bruciata in un attentato. Apparve quella una intimidazione. Si scava così nel passato, si guarda a una vicenda che vide coinvolto un figlio della vittima per detenzione di droga. Vicenda subito chiarita. La signora Speziali intervenne sulle cattive compagnie del figlio? E’ un appiglio investigativo, per ora solo una traccia da seguire.
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Articolo da L’Unità del 28 Marzo 1994
Il delitto di Locri si tinge di giallo
di Aldo Varano
Perché è stata uccisa la moglie del pediatra?

E’ sempre più fitto il mistero dell’omicidio di Maria Teresa Pugliese uccisa con una raffica di lupara mentre col marito usciva in abito da sera per partecipare a una cena di gala organizzata dal Rotary. Locri sotto shock per una morte insolita perfino qui dove la violenza della ‘ndrangheta viene imposta a un’intera comunità. Il procuratore Lombardo: “Non l’ahho uccisa per errore. L’obiettivo dell’agguato era proprio lei”.

LOCRI (Reggio Calabria). un puzzle senza soluzione. Tutte ipotesi suggerite dall’esperienza, appena accennate si sgonfiano tra mille contraddizioni, appaiono incredibili, assurde, perfino ridicole, se non si trattasse di un omicidio efferato e crudele. “Un errore”, “un tragico errore”, “incompetenza di killer inesperti che hanno sbagliato a mirare”: tutti a Locri sono convinti che solo una fatalità tragica possa spiegare la morte di Maria Teresa Pugliese, moglie di Domenico Speziali, medico condotto e pediatra noto in tutta la locride, conosciuto come persona onesta e perbene.
Locri, che pure è un paese da anni costretto a convivere con la morte violenta e la barbarie delle cosche e ne ha viste di tutti i colori, è sotto shock. Cosa c’entrano la ‘ndrangheta e le anomalie selvagge con una raffica di lupara che spappola la testa di una signora della buona borghesia, dolce, riservata, perbene e mai chiacchierata in paese?
La ricostruzione del dottor Speziali è terribile: “Eravamo usciti assieme. Lei era un po’ più indietro. Io ero già salino in macchina e avevo girato la chiave per mettere in moto. Ho sentito un colpo sordo. Come un petardo che mi fosse scoppiato accanto. Sono sceso appena in tempo per vedere un motorino che andava verso Ardore (cioè verso Reggio). Mi sono voltato verso casa. Mia moglie era a terra, stesa. Pensavo fosse svenuta per la paura e mi sono precipitato. Ma c’era già il sangue…”. La signora era elegante, in abito da sera, doveva recarsi col marito a una cena conviviale del Rotary in un albergo tra Locri e Siderno. Un particolare a conoscenza di pochissimi.
Come l’hanno saputo i killer?

Tragedia nel villino
Ieri nel villino di via Matteotti, dove s’è consumata la tragedia, c’è stata un’interrotta processione di amici e conoscenti per il lutto. Tutta Locri ha salito i gradini del villino passando accanto all’alore che lasciava indovinare il fiotto di sangue provocato dalla lupara contro la donna. Ai più intimi il marito ha ripetuto a voce bassa, come fosse un automa, di non aver ricevuto richieste di mazzette: “Dopo che l’hanno uccisa non avrei più niente da difendere. Li denuncerei tutti” ripete disperato. Alcuni mesi fa l’auto che usava proprio la moglie venne incendiata.
A Locri sono tutti convinti: la ‘ndrangheta delle estorsioni voleva spaventare il dottor Speziali per costringerlo a pagare come fanno tutti: imprenditori e commercianti, professionisti e proprietari, talvolta perfino gli impiegati. I “soldati” incaricati dal clan di eseguire l’operazione hanno sbagliato. Sono sempre più giovani i fucilieri del racket, quindici sedici anni al massimo.
L’ipotesi, così terribile ma anche così tranqwuillizzante, viene però bocciata dagli esperti. “L’obiettivo di chi ha sparato era certamente e sicutamente la signora”, dice con nettezza Rocco Lombardo, il procuratore di Locri che ieri mattina assieme al sostituto Bruno Muscolo, ha interrogato i familiari della signora Maria Teresa. La lupara ha sparato da due metri di distanza: quasi impossibile sbagliare. La stessa ipotesi dell’attentato per intimidire a favore del racket appare inverosimile visto come sono andate le cose. Contro le proprie vittime la ‘ndrangheta delle mazzette spara solo se stanno diventando simboli di resistenza che rischiano di trovare imitatori, mettendo in crisi tutta l’industria del pizzo. La morte, in questi casi, arriva dopo una escalation di avvertimenti sempre più gravi quando la resistenza della vittima diventa sfida alla mafia. E poi, perché sparare sulla donna anziché sull’uomo lì accanto? Quando i killet sono entrati in azione il villino era ancora illuminato, impossibile scambiare la moglie col marito.

Una vecchia storia
Se non si tratta di un errore, come sostengono gli investigatori, ma di una esecuzione mirata contro la donna, le contraddizioni non si attenuano e il mistero si infittisce. L’agguato è scattato a poche centinaia di metri dal Tribunale. siamo nel cuore di una Locri pattugliata in continuazione da polizia e carabinieri. Se i killer sapevano della cena a cui gli Speziali avrebbero dovuto partecipare (ma chi glielo avrebbe detto?) perché non tendere la trappola all’uscita dell’albergo al riparo dell’oscurità e dell’isolamento che avrebbero ridotto i rischi?
E’ da tutti gli interrogativi senza risposta che pare ripescata una vecchia storia. Negli anni scorsi uno dei figli degli Speziali venne fermato con un amico che aveva addosso sostanze stupefacenti. Il ragazzo uscì pulito da quella vicenda. C’è chi sospetta che la madre si fosse molto impegnata per salvare il figlio dal carcere e, soprattutto, per vigilare in modo che non venisse invischiato in altre storie del genere. Forse un impegno che ha creato guai a qualche organizzazione?

 

 

Articolo del Corriere della Sera del 30.03.94
La figlia della vittima: ci hanno dimenticati.
Le dichiarazioni della figlia di Pugliese Maria Teresa, moglie dell ‘ ex sindaco di Locri, uccisa sabato scorso.

LOCRI (Reggio Calabria) . “Non lo so perché hanno ammazzato mia madre. Me lo chiedo da tre giorni. Non avevano nessun motivo. Però se hanno ucciso una donna come lei, straordinaria e meravigliosa, tutti noi, in questa società , siamo a rischio”. Francesca Speziali, 29 anni, sposata, avvocato civilista, figlia di Maria Teresa Pugliese, uccisa a Locri, si sfoga e mette il dito su una piaga che stenta a cicatrizzarsi. È la piaga del disprezzo della vita umana considerata, in questa terra, merce di scambio. E prosegue affermando: “Io non chiedo una guardia del corpo, ma devo far presente che dal giorno del delitto, qui, davanti alla nostra casa, non si è vista neanche una gazzella dei carabinieri”. Maria Teresa Pugliese, moglie dell’ ex sindaco democristiano di Locri, Domenico Speziali, è stata barbaramente assassinata con un colpo di lupara in faccia. I killer sabato scorso hanno organizzato un altro delitto eccellente, un omicidio predeterminato, studiato, che ha scosso l’intera comunità locrese. Soprattutto per le modalità dell’agguato, portato a termine in presenza del marito della vittima. Si era pensato a un errore dovuto alla poca professionalità dei due sicari giunti in moto sul luogo dell’agguato, la villa della famiglia. La pista seguita in un primo momento era stata quella di un “avvertimento” del racket delle estorsioni conclusosi tragicamente perché gli assassini avevano sparato due colpi verso l’ingresso semibuio della casa davanti al quale si trovava casualmente Maria Teresa Pugliese. Le indagini hanno invece stabilito l’esatto contrario. “Mia madre, dice Francesca . non aveva segreti. Eravamo come due sorelle. Qualsiasi cosa le fosse successo o avesse visto, me l’ avrebbe confidato”. Si ferma la giovane. Ha un attimo di commozione. Poi riprende: “Questo assassinio mi costringe a mutare la mia vita. Soffro in questo ambiente così barbaro, ricco di un’ inciviltà che non è di noi calabresi”.

 

 

 

 

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