• “Borsellino morì tre mesi prima” articolo di Riccardo Bruno

    Borsellino morì tre mesi prima articolo di Riccardo BrunoRiccardo Pubblicato da SETTE, magazine del Corriere della Sera, del 19 Aprile 2012 A 20 anni dalle stragi/2. Aveva lo stesso nome del procuratore, fu ucciso il 21 aprile 1992 Era un piccolo imprenditore, venne assassinato dalla mafia. Poco dopo spararono anche al padre. La famiglia cerca la verità. Come il nipote, che sta scrivendo un libro con il fratello del giudice. Paolo Borsellino venne trovato ucciso nella sua auto la sera del 21 aprile 1992, in un parcheggio polveroso di Lucca Sicula. Il procuratore Paolo Borsellino telefonò alla giovane collega, Morena Plazzi, che seguiva il caso: “Che fai? Indaghi sul mio…

  • LE GRANDI FAMIGLIE DEL CRIMINE: LA CALABRIA Una triste giostra di morti

    LE GRANDI FAMIGLIE DEL CRIMINE: LA CALABRIA Una triste giostra di morti di Francesco Rosso Articolo da La Stampa del 27 Marzo 1976 Potrebbe essere l’elenco telefonico di una città media e sono invece i necrologi dei calabresi ammazzati in trent’anni, spesso per futili motivi – I deliranti messaggi del “Sartana” dell’Aspromonte e l’incredibile “sfregio” vendicatore ad una bara. Reggio Calabria, marzo. Potrebbe essere l’elenco telefonico di una città media, e sono invece i necrologi dei calabresi fatti secchi in poco meno di trent’anni; a volte per grossi interessi di mafia, spesso per cause che si suol definire futili, un capretto, due chili d’olive, un quintale d’arance, portati via o…

  • Nel labirinto degli dei – Antonio Ingroia

    Nel labirinto degli dei Storie di mafia e di antimafia di Antonio Ingroia Editore: Il Saggiatore, 2010 Con Giovanni Falcone, insieme al quale inizia il suo tirocinio in magistratura, Antonio Ingroia incontra il primo segno del suo destino futuro. Subito dopo, a Marsala, si troverà accanto a un altro giudice: Paolo Borsellino. Falcone e Borsellino, i precursori.Con loro muove i primi passi: li affianca negli interrogatori, li osserva, ne studia i gesti e le parole, ne ricava una lezione risolutiva di impegno professionale e di passione civile. Poi le stragi di Capaci e di via D’Amelio… Da sostituto procuratore a Palermo, Ingroia diventa un protagonista della lotta a Cosa Nostra.…

  • “CAVA DEI TIRRENI, 29 MAGGIO 1982, ORE 15:02”

      Le ultime ore di Simonetta Lamberti, vissute dalla mamma (pubblicato da Serena Lamberti su  facebook.com) Squilla il citofono. “Angela, sono Eva, posso salire un attimo?” E’ la voce della mia amica, voce a me ben nota, ma stavolta ha qualcosa di diverso che me la fa sembrare quella di un’altra persona. Apro la porta e aspetto. Eva compare sulla soglia dell’ascensore col volto che vuol nascondere qualcosa, ma non può: “ Angela,vieni con me; si dice che ci sia stato un attentato a tuo marito; sai, le voci circolano e s’ingigantiscono….” “Ma Simonetta, sai niente di Simonetta? Era andata col padre a Vietri …Dimmelo, se sai qualcosa, te ne…

  • FIGLIA METRONOTTE UCCISO CHIEDE RICONOSCIMENTO VITTIMA MAFIA

    FIGLIA METRONOTTE UCCISO CHIEDE RICONOSCIMENTO VITTIMA MAFIA Articolo del 28 Febbraio 2012 da ansa.it (ANSA) – PALERMO, 28 FEB – Ignazio Aloisi, guardia giurata di 44 anni, fu ucciso con tre colpi di pistola il 27 gennaio del 1991 a Messina. L’uomo avrebbe pagato con la vita la collaborazione data agli investigatori per identificare gli autori di una rapina al casello autostradale di Tremestieri. Tra i banditi c’era anche Pasquale Castorina, condannato per mafia, che ordinò l’omicidio. Nonostante siano passati 21 anni la figlia del metronotte, Daniela Aloisi, non ha ottenuto il riconoscimento lo status di vittima di mafia. ”Chiedo che dopo tanti anni di ritardi – ha detto –…

  • “8 marzo anti ‘ndrangheta: sfidiamo le cosche che odiano le donne” di Alessio Magro

    8 marzo anti ‘ndrangheta: sfidiamo le cosche che odiano le donne di Alessio Magro Articolo del 14 Febbraio 2012 Fonte stopndrangheta.it Stopndrangheta.it aderisce all’appello del direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, perché il prossimo 8 marzo sia la festa delle donne che hanno sfidato la ‘ndrangheta, la festa di chi vuole sfidare le cosche che odiano le donne. Cetta Cacciola, insieme a Giuseppina Pesce e Lea Garofalo, insieme a Tita Buttafusca e alle altre donne che hanno detto basta alle cosche – ai loro padri, fratelli, mariti, figli, zii, cugini e nipoti – tutte loro sono un pugno nello stomaco della Calabria indifferente. Non eroine, si badi bene, ma…

  • Maria Concetta, testimone di giustizia e suicida in terra di ‘ndrangheta

    Maria Concetta, testimone di giustizia e suicida in terra di ‘ndrangheta di Francesca Chirico – Linkiesta (10/02/2012) Foto e Articolo del 10 Febbraio 2012 da  stopndrangheta.it Rosarno, sono le sette di sera di un sabato di agosto e Maria Concetta si chiude in bagno, mandando giù a sorsate, come fosse acqua, l’acido muriatico. Madre di tre figli in terra di ‘ndrangheta, qualche mese prima aveva iniziato a collaborare con la giustizia. Da un luogo protetto diceva: «Non me li hanno mandati i figli e non me li mandano perché loro hanno capito che se mi mandano i figli è finita non torno più». Tornata per rivederli, aveva anche ritrattato la…

  • “Il ruolo della testimonianza” di Stefania Grasso

    Il ruolo della testimonianza di Stefania Grasso Pubblicato su Narcomafie Dicembre 2011 21 dic 2011 Libera Memoria L’esperienza che molti di noi, famigliari delle vittime delle mafie, vivono attraverso la testimonianza è davvero straordinaria. Perché attraverso il racconto della propria esperienza si instaura una forte relazione con coloro che ascoltano, una relazione sincera che permette all’ascoltatore di vivere quel racconto senza alcuna barriera, sentendolo in maniera profonda, interiorizzandolo e facendosi a sua volta portavoce di quella testimonianza. Tutto questo lo verifichiamo quando, dopo un incontro pubblico, noi famigliari riceviamo moltissimi ritorni positivi e richieste di restare in contatto. Sono parole di forte coscienza volte al cambiamento, parole di speranza, parole…

  • “Locri, il coraggio di essere Liliana Carbone” di Giuseppe Tumino

    Locri, il coraggio di essere Liliana Carbone di Giuseppe Tumino Fonte: Gazzetta del Sud Sabato 24 Dicembre 2011 La maestra cui nel 2004 la ’ndrangheta uccise il figlio Massimiliano parla della “sua” antimafia. Molto diversa da quella delle semplici parole. «La speranza è una fiammella che non spegnerò mai. E Buon Natale a chi ancora ha la forza di indignarsi» REGGIO CALABRIA In mezzo a tante parole, sovente ipocrite vista l’inattendibilità dei relativi pulpiti, questa intervista è in sé “Antimafia”. Liliana Esposito Carbone non usa sintassi estratte da formulari, non sgrana rosari di mali né suggerisce futuribili panacee. Nella Locri della faida e degli squali, in cui regnano i Cordì…

  • “L’altra metà della luna”: il ruolo della donna nelle associazioni mafiose. Di Danielle Sansone

    L’altra metà della luna: il ruolo della donna nelle associazioni mafiose. di Danielle Sansone Articolo dell’8 gennaio 2012 e foto da controlemafie.wordpress.com Da sempre, il ruolo della donna all’interno delle cosche è oggetto di studio prediletto da sociologi e magistrati  i quali attraverso le loro acute analisi hanno potuto osservare come la posizione della donna nelle organizzazioni si sia sviluppata ed evoluta nel corso degli anni. Anche dal mio punto di vista, che è la posizione di una studentessa di legge, la figura femminile all’interno delle associazioni mafiose ha costituito oggetto di una prima analisi e di contatto con il mondo mafioso. Parlare della figura femminile, non significa solo affrontare lo…