• 30 Agosto 1997 Napoli. Assassinato Giovanni Arpa, era uno zio del pentito Rosario Privato

    Giovanni Arpa era lo zio più vulnerabile e indifeso di Rosario Privato, il pentito di camorra che, con le sue confessioni, ha mandato in carcere il mandante dell’omicidio di Silvia Ruotolo e scardinato un clan potentissimo. Bastava uno spintone per mettergli paura, ma a loro non bastava. Ne hanno fatto carne da macello. I vendicatori della camorra lo hanno prima sgozzato e poi impiccato. Un taglio di gola per ‘punire’ una gola profonda del clan. Un commando di sicari aveva intercettato Giovanni Arpa,  68 anni, operaio in pensione senza nessun conto in sospeso con la legge, giovedì sera e lo aveva costretto a salire su una “Punto”. Inutile la ‘caccia’…

  • 30 Agosto 1997 Soriano Calabro (VV). Ucciso Domenico Macrì, 20enne universitario, per aver osato chiedere la restituzione di un’auto rubata ai presunti ladri.

    Ha osato chiedere la restituzione dell’auto del padre ai presunti autori del furto. È stato ucciso per questo Domenico Macrì, universitario di vent’anni, assassinato nella piazza di Soriano Calabro (VV) il 30 agosto del 1997. Pur di portare a termine la loro azione di morte, i killer non hanno esitato a sparare tra la folla: un centinaio di persone che in quel momento stavano assistendo ad una partita di calcetto. Nell’agguato sono rimasti feriti altri due giovani.       Foto ed articolo del 1 Settembre 1997 da archiviolastampa.it Smaschera i ladri, paga con la vita di Diego Minuti Calabria: due fermi per il ventenne ucciso alla partita VIBO VALENTIA.…

  • 26 Gennaio 1997 a Ercolano ucciso Ciro Zirpoli di 16 anni, ucciso perché figlio di un pentito

    Il 26 gennaio 1997 Ciro Zirpoli viene colpito mortalmente al petto da due killer in moto ad Ercolano. Ciro, 16enne, è figlio di Leonardo Zirpoli, uno dei più importanti pentiti di camorra e nipote di Salvatore Zirpoli, impegnato anche lui da tempo a rivelare ai magistrati napoletani gli interessi clandestini del clan Ascione di Ercolano. Le loro rivelazioni hanno permesso alla Procura della Repubblica di Napoli di avviare inchieste nei confronti dei clan Cozzolino, Vollaro ed Abbate che operano tra il territorio di San Giorgio a Cremano e Torre del Greco. Con il proseguire delle indagini le dichiarazioni dei pentiti hanno consentito di risalire ai rapporti di connivenza della camorra…

  • 27 Agosto 1996 Catania. Uccisa Santa Puglisi, 22 anni e il nipote Salvatore Botta, 14 anni, mentre erano in visita alla tomba del marito di lei.

    Santa Puglisi aveva ventidue anni ed era la figlia di Antonino Puglisi, capo della cosiddetta cosca “Da Savasta”. È stata uccisa il 27 agosto del 1996 davanti alla tomba del marito. Insieme a lei, al cimitero quella mattina, c’erano anche i suoi nipoti di 12 e 14 anni. Salvatore Botta, il più grande dei due, è stato colpito mentre cercava di scappare, forse perché aveva riconosciuto il killer e preso a calci prima del colpo decisivo. (liberanet.org)     Articolo del Corriere della Sera del28 Agosto 1996 Massacrata sulla tomba del marito di Alfio Sciacca Era figlia di un boss, ucciso anche il cugino della donna. Risparmiata dodicenne CATANIA .…

  • 27 Aprile 1996 Lucca Sicula (AG). Ucciso Calogero Tramuta, ex agente della Guardia di Finanza. Avrebbe intralciato gli affari della società di Emanuele Radosta.

    Il 27 Aprile del 1996, a Lucca Sicula (AG), fu ucciso Calogero Tramuta, ex agente della Guardia di Finanza, commerciante di arance. Il delitto, avvenuto in una pizzeria del paese, era stato commissionato perché avrebbe intralciato gli affari della società di Emanuele Radosta, titolare di un’azienda agrumicola. I contrasti sarebbero sorti su una partita di arance commercializzata in Toscana e sull’acquisto di un terreno. Radosta è lo stesso condannato a 30 anni per l’omicidio di Giuseppe Borsellino ucciso nel 1992, padre di Paolo che abbiamo ricordato il 21 aprile.       Articolo del 21 Marzo 2017 da alqamah.it Calogero Tramuta e il sogno delle arance di Sicilia libere dall’oppressione…

  • 23 Dicembre 1995 Trapani. Assassinato davanti a moglie e figlia, Giuseppe Montalto, Agente custodia all’Ucciardone di Palermo

    Giuseppe Montalto, Agente Scelto del Corpo di Polizia Penitenziaria – nato a Trapani il 14/05/1965 in servizio presso la Casa Circondariale di Palermo Ucciardone. Il 23 dicembre 1995, Contrada Palma (TP) mentre, in compagnia della moglie e della figlia, si accingeva a salire sulla propria autovettura, cadeva sotto numerosi colpi di fucile esplosi da due sicari travisati, appartenenti all’organizzazione criminosa “Cosa Nostra”. Riconosciuto “Vittima del Dovere” ai sensi della Legge 466/1980 dal Ministero dell’Interno. In data 19.11.1997 gli è stata altresì conferita dallo stesso Dicastero la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria con la seguente motivazione: Preposto al servizio di sorveglianza di esponenti del clan mafioso denominato “Cosa Nostra”,…

  • 9 Novembre 1995 Catania: Ucciso Serafino Famà, avvocato penalista, perché si era rifiutato di assecondare le richieste di un mafioso.

    Serafino Famà era un avvocato penalista, che considerava la sua funzione non semplicemente come un lavoro, lui ci credeva, indossava la toga e la onorava ogni giorno. Serafino Famà credeva nella giustizia, nel diritto di ogni uomo ad essere difeso, nella legalità. “Onestà e coraggio. Se ti comporti con onestà e coraggio non devi avere paura di nulla”. Per quel suo rifiuto ad una richiesta di un mafioso venne condannato a morte da quel boss che oggi collabora con la giustizia. Serafino Famà fu ucciso a Catania il 9 novembre 1995.   Articolo da 19luglio1992.com Onestà e coraggio: Serafino Famà di Marco Bruno 9 novembre 2010. Sono trascorsi 15 anni…

  • Ottobre 1994. San Giuseppe Jato(PA). Ucciso e sciolto nell’acido Girolamo Palazzolo.

    Girolamo Palazzolo che pagò con la vita la sua fedeltà al grande accusatore del senatore Giulio Andreotti. “Avvicinato” con una scusa, attirato in un tranello, strangolato e sciolto nell’acido. “Arrivati in campagna – racconta il collaboratore Vincenzo Chiodo – notai un fusto in lamiera dal quale fuoriscivano le gambe di un cadavere. Brusca Enzo ci chiese se dalla stradella di accesso alla casa si vedessero le gambe del morto; alla nostra risposta positiva mi ordinò di troncare le gambe, cosa che io feci utilizzando una pala non avendo mezzi idonei”. Tratto dal Giornale di Sicilia del 28 Maggio 2002 Fonte siciliaantiusura.it Guerra di mafia, fioccano le condanne per i boss…

  • 5 Aprile 1994 San Cipirello (PA). Cosimo Fabio Mazzola, ucciso perché ex fidanzato della moglie di un mafioso.

    La sera del 5 aprile del 1994 un commando guidato da Enzo Brusca uccide Cosimo Fabio Mazzola, 27 anni, mentre rincasa in via Pietro Nenni, a San Cipirello (PA), a bordo della sua Fiat Tipo rossa. Viene ucciso come un boss ma Fabio era un bravo ragazzo. La sua unica colpa è aver frequentato una ragazza, figlia di un boss, costretta dal padre a sposare un aspirante “uomo d’onore”. Sembra che la ragazza telefonasse ancora a Fabio che, nel frattempo, si era fidanzato con un’altra ragazza. Punto nell’orgoglio dalle voci di alcuni amici, “l’uomo d’onore”, che è poi divenuto collaboratore di giustizia, si rivolge ai Brusca e chiede il permesso…

  • 26 Marzo 1994 NAPOLI (Secondigliano ) Uccisa Anna Dell’Orme ed il figlio Carmine Amura.

    Il 26 marzo del  1994 a Napoli, nel quartiere di Secondigliano, sono stati uccisi Anna Dell’Orme e Carmine Amura, rispettivamente madre e fratello di Domenico Amura, morto per overdose. Avevano denunciato i trafficanti che avevano venduto a Domenico la droga.  “Da anni è in corso una faida tra la famiglia degli Esposito e degli Amura. In questa guerra Anna Dell’Orme, 47 anni, nel 1991, ha perso il figlio 20enne Domenico Amura, ucciso da una sospetta overdose. La donna ha iniziato insieme all’altro figlio Carmine una battaglia per far luce sull’accaduto, indicando nella famiglia Esposito i colpevoli della morte del figlio. Anna porta avanti la sua lotta anche in due programmi…