5 Luglio 1993 Ragusa. Assassinato il giovane Andrea Castelli, 23 anni, perché aveva difeso la sorellina.

Andrea Castelli, 24 anni, elettricista di Ragusa, era “colpevole” di essere intervenuto, il giorno prima, in soccorso di alcune ragazzine che venivano molestate, tra cui c’era anche la sorellina di tredici anni, sulla spiaggia di Caucana, presso Santa Croce Camerina (RG), dove erano in villeggiatura.
La sera dopo, lunedì 5 Luglio 1993, il molestatore Filippo Belardi, un pericoloso pregiudicato del clan Madonia di Gela, ha bloccato il giovane Castelli sotto casa mentre era in compagnia della fidanzata e di altri conoscenti. Deciso a farsi giustizia ha gridato: “Chi e’ quello s… che ieri mi ha minacciato?”. Quindi lo ha freddato con un colpo di pistola a bruciapelo alla testa. Prima di fuggire ha sparato ancora ferendo a una gamba una giovane donna.
Belardi è stato arrestato poche ore dopo l’omicidio. Era già ricercato per associazione mafiosa. Ad accusarlo sono state decine di testimoni che quella sera hanno assistito all’omicidio.

 

 

 

Articolo di La Repubblica del 7 Luglio 1993
DIFENDE LA SORELLINA, UCCISO
di Turi Caggegi

RAGUSA – Si chiama Filippo Belardi, ha 25 anni, era ricercato per tentato omicidio e altri reati, è considerato affiliato alla cosca gelese capeggiata da Giuseppe Madonia. Secondo la polizia è lui il protagonista di una storia agghiacciante: l’uomo, dopo aver molestato una bambina, ha ucciso il fratello che aveva tentato di difenderla. La vicenda è cominciata il pomeriggio di domenica, a Caucana, uno dei più affollati centri balneari della costa ragusana. Poco dopo le 17, tra la folla in costume da bagno arriva un giovane tarchiato in bermuda neri e polo verde, occhiali da sole e aria arrogante. Il giovane, davanti a decine di persone, comincia a molestare alcune ragazzine sulla spiaggia con pesanti apprezzamenti a sfondo sessuale. Tra le ragazzine c’è la sorellina di Andrea Castelli, 23 anni, elettricista, originario della vicina Vittoria. Assieme a loro anche la madre dei due, Maria Teresa Napolitano, e la fidanzata di Andrea, Antonella Correnti. Per nulla intimidito dalla presenza dei familiari, Filippo Belardi si avvicina alla bambina e attacca un turpiloquio. A questo punto interviene il fratello della piccola, che lo affronta in modo brusco e lo costringe ad allontanarsi davanti alla folla che nel frattempo si era radunata attorno ai due.

La cosa sembrava finita lì, ma, lunedì sera, la tragedia. Poco prima delle 20, Filippo Belardi si presenta nella zona dove i Castelli hanno la casa di villeggiatura. Per strada, a chiacchierare nel primo fresco della sera, ci sono molte persone. Si avvicina ai capannelli e comincia a cercare con lo sguardo, poi sbotta in dialetto, minaccioso: “Chi è quello stronzo che mi ha minacciato ieri sulla spiaggia?”. Andrea Castelli si fa avanti con la madre e la fidanzata, e comincia una discussione con la quale i tre cercano di convincere l’ uomo ad allontanarsi e a considerare chiuso l’episodio del giorno prima. Belardi non sente ragioni, cerca ferocemente la vendetta. Finge di voler discutere la cosa con Andrea, da “uomini”, solo loro due. Lo avvinghia stringendo il braccio sinistro attorno al collo e portando la testa del ragazzo davanti alla sua spalla. Poi, senza dire una parola, con un rapidissimo movimento estrae una pistola dalla cinta e spara alla tempia di Andrea Castelli, a bruciapelo. Subito dopo, per terrorizzare la gente, spara altri due colpi con la sua 7,65 Parabellum. Una pallottola va a vuoto, l’ altra colpisce alla gamba destra Nunziata Latino, 36 anni. Dopo fugge, mentre la madre del ragazzo ucciso urlando inizia un disperato inseguimento dell’ assassino.

Poco dopo arriva sul posto un’ambulanza che immediatamente trasporta il giovane nell’ ospedale di Ragusa, dove però Andrea Castelli arriva già morto. Appena informata della sorte del ragazzo, la madre viene colta da una violenta crisi nervosa e ricoverata. La donna ferita viene intanto trasportata all’ospedale di Comiso: 25 giorni per la completa guarigione. Immediate scattano anche le ricerche di polizia e carabinieri, che, grazie alle moltissime testimonianze raccolte, abbozzano in pochi minuti un identikit dell’assassino. E alcune ore dopo, nella stessa Caucana, la polizia sorprende Filippo Belardi mentre rientra tranquillamente nella sua casa di villeggiatura. L’ uomo, malgrado fosse latitante, evidentemente non aveva voluto rinunciare alle vacanze. Nella casa di Belardi gli agenti trovano un barattolo con dentro 60 grammi di eroina purissima. Belardi ora sarà messo a confronto con decine di persone per il riconoscimento ufficiale.

 

 

 

Fonte: archivio.unita.news
Articolo del 7 luglio 1993
Giustiziato come al mattatoio
di Walter Rizzo
Ragusa, difendeva la sorella di 11 anni da un giovane mafioso

L’omicidio è avvenuto a Caucana, sulla costa. Andrea Castelli, 24 anni, è intervenuto per frenare le «avances» di Filippo Berardi, latitante di 25 anni, del clan di Piddu Madonia. Il killer ha aggredito il coetaneo a parole poi gli ha messo un braccio attorno al collo «Parliamo da uomini…». E gli ha sparato. È stato arrestato più tardi: aveva eroina.

Ucciso a sangue freddo solo per aver difeso la sorellina di 11 anni dalle avances di un giovane mafioso latitante. L’assassino lo ha invitato a spostarsi più in là, gli ha cinto il collo con un braccio con fare amichevole e quindi ha sparato un solo colpo appoggiando la pistola alla tempia del giovane. Il mafioso è stato catturato poche ore dopo. Secondo gli inquirenti fa parte del clan mafioso Madonia di Gela.

 RAGUSA.  Una storia di ferocia sanguinaria che è costata la vita ad un giovane di 24 anni colpito a morte solo per aver difeso la sorellina di appena 11 anni dalle avances di un mafioso latitante. È accaduto a Caucana, una località balneare sulla riviera ragusana.

Lunedi pomeriggio, alcune ragazzine si trovavano sulla spiaggia che si trova accanto al lungomare del paese a prendere il sole.  Poco prima delle 19 un giovanotto tarchiato si è avvicinato alle ragazzine. È Filippo Belardi. 25 anni, latitante, accusato dai giudici di Caltanissetta di far parte della cosca gelese di Piddu Madonia, sfuggito nel novembre scorso all’operazione «Leopardo». Belardi ha deciso di trascorrere l’estate al mare in una comoda villetta del litorale di Santa Croce Camerina.

Passeggiando lungo la spiaggia ha notato un gruppetto di ragazzine.  Hanno tra gli 11 e i 12 anni. Belardi prima le ha guardate poi si è fatto sotto. Frasi volgari, modi rozzi ed inviti sessuali più che espliciti che hanno letteralmente terrorizzato le bambine.  Ventre le avances del giovanotto diventano sempre più pesanti si accorge della situazione Maria Teresa Napolitano, la madre di una delle ragazzine che vive in una villetta proprio di fronte alla spiaggia. Senza starci a pensare più di tanto la donna si è precipitata in spiaggia e affronta il giovanotto che non si scompone più di tanto. Belardi prima insulta pesantemente la donna, quindi la strattona violentemente. La donna a quel punto ha cominciato ad urlare, chiedendo aiuto.

Le grida di Maria Teresa Napolitano sono state udite da Andrea Castelli, il figlio della donna che si trovava nella villetta della famiglia assieme alla fidanzata Antonella Correnti. Andrea capisce subito la situazione e scende in strada per dar man forte alla madre e difendere la sorellina. Invita Belardi ad andar via e a lasciare in pace la sua famiglia.

«La conversazione prese subito una brutta piega – ricorda Antonella Correnti –  quell’uomo portava degli occhialini rotondi, aveva un’aria volgare e cattiva.  Si è rivolto ad Andrea con alcune frasi volgari e provocatorie…».

D’improvviso però il giovanotto cambia tono, diventa stranamente conciliante di fronte alla reazione di Andrea. «Non ti scaldare così amico…  andiamo più in là e parliamone tra uomini…». Il mafioso prende a braccetto Castelli e si allontana.  Fanno pochi metri sul marciapiede, mentre la madre cerca di rincuorare le bambine ancora sotto choc.  La conversazione tra i due dura qualche minuto, mentre arrivano anche altri vicini di casa allarmati.

«Ad un tratto abbiamo visto che l’uomo che parlava con Andrea – racconta uno di loro –  gli ha passato un braccio attorno al collo, come si fa quando si parla con un amico.  Quello che ho visto dopo non posso scordarlo. D’improvviso lo sconosciuto ha serrato la testa di Andrea sotto il suo braccio, mentre con l’altra mano frugava sotto la camicia.  Ho visto che estraeva una pistola…  Ha appoggiato la canna dell’arma alla testa di quel povero ragazzo.  Poi ho sentito un colpo e Andrea è caduto».

Una scena agghiacciante, una vera e propria esecuzione a sangue freddo che si svolge sotto gli occhi di decine di persone. L’assassino ha sparato un solo colpo con la certezza che avrebbe ucciso.  Il proiettile calibro 7,65 parabellum si è conficcato nella tempia di Andrea Castelli che è sopravvissuto solo per pochi istanti, giusto il tempo di essere caricato su un’ambulanza. É spirato tra le braccia della fidanzata mentre l’ambulanza correva a sirene spiegate verso l’ospedale di Ragusa.

Dopo aver sparato il colpo mortale l’assassino ha continuato a premere il grilletto per proteggersi la fuga, sparando verso la piccola folla che ha assistito impotente al delitto. Un colpo lo ha rivolto contro la madre della sua vittima che ha tentato un disperato inseguimento. Il proiettile ha mancato la donna, ma ha ferito ad una gamba Nunzia Latino, un’amica di famiglia, moglie di un sottufficiale dei carabinieri, che si trovava accanto a Maria Teresa Napolitano.

L’assassino sparando ancora riesce a far perdere le sue tracce.  La sua fuga dura poco. In tutta la riviera ragusana si scatena una vera e propria caccia all’uomo. Polizia e carabinieri riescono in brevissimo tempo ad ottenere un identikit grazie ai numerosi testimoni che hanno visto chiaramente l’assassino e fanno scattare le ricerche setacciando il litorale ibleo. La caccia si conclude poco prima di mezzanotte in una villetta tra Caucana e Santa Croce Camerina. Dentro c’è Filippo Belardi che ha con sé anche 60 grammi di eroina pura pronta al taglio. Non fa in tempo neppure ad accennare ad una fuga.  In pochi attimi gli agenti e i carabinieri gli sono addosso e gli stringono le manette ai polsi.

 

 

 

Articolo del Corriere della Sera del 7 Luglio 1993
Il bruto assassino è un killer della mafia
di Alfio Sciacca
Ad accusarlo ci sarebbero decine di testimonianze. Arrestato Belardi Filippo 25 anni autore dell’omicidio di Castelli Andrea il giovane elettricista intervenuto in difesa di alcune bambine che venivano molestate.

RAGUSA. Sarebbe stato un pericoloso pregiudicato del clan Madonia di Gela, Filippo Belardi di 25 anni, a uccidere l’elettricista Andrea Castelli, 24 anni, “colpevole” di essere intervenuto in soccorso di alcune ragazzine che venivano molestate. Belardi è stato arrestato poche ore dopo l’omicidio. Era già ricercato per associazione mafiosa. Ad accusarlo sono decine di testimoni che lunedì sera hanno assistito all’omicidio. Una tragedia che covava da qualche giorno. In precedenza, infatti, Filippo Belardi avrebbe più volte molestato ragazzine sui 12 13 anni sulla spiaggia di Caucana, presso Santa Croce Camerina. Domenica scorsa c’era stato un battibecco proprio con Andrea Castelli che aveva invitato l’uomo a lasciare in pace le ragazze e in particolare sua sorella. Lunedì sera il pregidicato ha bloccato Castelli sotto casa mentre era in compagnia della fidanzata e di altri conoscenti. Deciso a farsi giustizia ha gridato: “Chi è quello s… che ieri mi ha minacciato?”. Quindi lo ha freddato con un colpo di pistola a bruciapelo alla testa. Prima di fuggire ha sparato ancora ferendo a una gamba una giovane donna. A. Sc.

 

 

 

 

 

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